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Si è parlato a lungo del confronto diretto tra Vlahovic e Lukaku, del ritorno a Torino di Paulo Dybala e della possibilità di accorciare la classifica visto il mezzo passo falso dell’Inter. Ma Juventus-Roma è stata, inevitabilmente, anche la partita di José Mourinho, grande nemico del popolo bianconero.
 
E lui, certo, non si sottrae a questo ruolo. Scende in campo quando la sua squadra si riscalda e si becca una selva di fischi. Poco importa allo Special One che nel pre partita, più di una volta, si mette a centrocampo e guarda verso la Curva Sud. Ad un certo punto si avvicina pure, quasi fa scattare il campanello d’allarme; ma è un falso allarme, saluta un componente dello staff bianconero e torna oltre la linea di demarcazione. In tutto questo c’è spazio anche per un siparietto con Perin. Abbiamo ormai imparato a conoscerlo, non è odio antijuventino quello che muove Mourinho, ma la ricerca del nemico per caricarsi e caricare la sua squadra: in quegli sguardi di sfida verso i tifosi c’era tutto questo.
 

Juve-Roma, le parole di Mourinho e Allegri

 
In conferenza stampa, poi, è proprio lo Special One a fare la fotografia perfetta di quello che è oggi la Juventus: “C'è il muro di Torino, lo stadio è educato a questa cosa qua, si gioca per vincere e se dobbiamo essere bassi non c'è problema, perchè devono vincere. Stanno lì anche con gioia”. Tradotto: da altre parti si sentirebbero i fischi e le contestazioni, allo Stadium se si vince va bene anche rinchiudersi e blindare la propria area rinunciando ad alzare il baricentro.
 
E in questo contesto Massimiliano Allegri si esalta e ride sotto i baffi. Sempre in conferenza stampa, gli viene chiesto del record di vittorie per 1 a 0 e lui risponde: “Se mi dà fastidio essere etichettato come l’allenatore del cortomuso? No, non mi dà fastidio. Spero di vincerne altre 152 1-0”. E infondo lo sperano anche i tifosi della Juventus, “educati” non al bel gioco, ma alla ricerca costante della vittoria.