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È il calcio post-covid. Questa frase sta diventando un luogo comune, ma in fin dei conti sintetizza una ripresa delle attività piuttosto imprevedibile. Tanti gol, rimonte continue, cali mentali nell’arco dei 90 minuti, e per alcuni il blackout sta durando da fine giugno. Ecco il trend rispecchiato da Lazio, Inter e anche dalla Juventus, che si sperava seguisse l’onda cavalcata da Atalanta e Sassuolo, le due squadre più in forma della Serie A. Proprio contro la squadra di De Zerbi si stava concretizzando il deja-vù Milan: Juve in vantaggio per 2-0, poi rimontata clamorosamente di 3 gol. Ci ha pensato Alex Sandro a salvare tutto, prima di testa bucando Consigli e successivamente a salvare sulla linea il tiro di Boga, sempre di testa. Senza contare gli innumerevoli interventi di Szczesny.

ULTIMI SFORZI - La sensazione è di chi non vede l’ora di agguantare l’obiettivo, ma stremato dal cammino si perde un po’ per strada, di fatto allungando la via per il successo. Il trittico di partite Milan-Atalanta-Sassuolo è valso alla Juve solo due punti, riaccendendo le critiche su Sarri per un gioco espresso solo a tratti, raramente dominante, mettendo a nudo le lacune difensive e i blackout collettivi, che il tecnico toscano stesso non riesce ancora a spiegarsi. Il discorso sarebbe più ampio, riguarda anche l’adeguatezza dei singoli e non solo, ma in un calcio dove ci sono partite quasi ogni giorno, o funzionano tutti all’unisono o la macchina rallenta, si ingolfa, poi riparte ma con la paura che si accenda qualche altra spia. A volte collassa, ma per fortuna non è il caso della Juventus. Adesso mancano 9 punti alla conquista dello scudetto. Non importa contro chi o come, Ronaldo e compagni non vedono l’ora di assicurarseli e archiviare la questione. Perchè poi, ad agosto c'è la Champions League.