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Dopo tutte le parole, è stato il tempo dei gesti: Cristiano Ronaldo è tornato a Torino, si è lasciato abbracciare dai tifosi, ha svolto le visite mediche e si metterà a disposizione di Massimiliano Allegri. Tutto 'da rito' eppure è sembrata l'alba di una nuova era - l'ultima? -, in cui i punti interrogativi non sono certamente mancati. E' stata un'estate troppo particolare per non riversarsi nella giornata del suo raduno: mesi di parole sanno lasciare strascichi

IL PIU' ACCLAMATO - Piccole cicatrici che non hanno chiaramente fermato o frenato i tifosi: selfie, autografi, i volti trasfigurati dall'entusiasmo nel rivedere il calciatore più forte e più influente degli ultimi tempi. Come se si faticasse, e un po' lo si fa sempre, a coglierlo lì e ora e a un passo: Cristiano è più grande di tutti e tutto quel peso se lo porta in uno sguardo. La corsa ai decibel l'ha vinta lui, di poco distante Dejan Kulusevski: sembrava un passaggio di testimone, o quasi. Anche per i tempi con cui hanno fatto e sfatto la passerella. 

DE LIGT, RABIOT E RAMSEY - E poi De Ligt, più asciutto e sbrigativo nei saluti. Ha preceduto Rabiot e Ramsey, la coppia a zero completamente agli antipodi: entrambi si sono trattenuti con chi era all'esterno del centro medico, ma le reazioni diametralmente opposte. Entusiasmo per il francese, sorrisi e timide richieste per il gallese. Del tipo: 'Cosa fai?'. Ma Aaron risponde solo di sorrisi.