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Conte non c’era perché si era appena fracassato la gamba. Nemmeno Vieri c’era, anzi era come se non ci fosse, perché poche settimane prima aveva appeso Lippi al muro dello spogliatoio nell’intervallo di una partita con l’Atalanta e finiva sempre in tribuna. C’era Zidane, ma non era ancora il magico Zizou: arrivato in estate, all’inizio pensavano fosse una specie di regista arretrato e solo dopo qualche test andato maluccio compresero che il suo ruolo era un altro. In quei giorni, si stava ancora adattando.

 

Era il 20 novembre 1996 e una Juve grandissima vinse a Manchester, contro uno United stellare, con il risultato di 1-0, esattamente come stavolta. Pure allora segnò il numero 10, Del Piero; fece gol nel primo tempo su rigore e in fondo anche Dybala ha calciato più o meno da lì, dal dischetto. Oggi molti ci chiedono se esistono analogie tra queste due Juve e quale sia migliore. Proviamo a rispondere.

 

La Juve di ieri ci ha ricordato quella del 1996 per la solidità quasi disarmante con la quale ha dominato la partita. All’epoca i bianconeri erano campioni d’Europa, quindi erano già realizzati totalmente a livello internazionale, però la sfida dell’Old Trafford era comunque temuta perché era un intralcio verso l’obiettivo principale di quella parte di stagione, la Coppa Intercontinentale, che si sarebbe giocata a Tokyo appena sei giorni più tardi (la comitiva andò in Giappone senza nemmeno passare da Torino). Saranno distratti, pensavamo. E ancora: giocheranno le riserve. Macché: andarono in campo gli stessi undici che avrebbero poi affrontato e battuto il River Plate, ancora grazie a un gol di Del Piero.

 

Simili, per tanti aspetti, sono anche gli allenatori, e non perché sono entrambi toscani di mare, uno di Viareggio e l’altro di Livorno. Allegri ricorda Lippi per la duttilità e per la capacità di gestire i campioni e un organico ampio senza lasciare per strada nessun calciatore e nessun obiettivo.

 

Diverso, invece, è il percorso che le due squadre hanno seguito per diventare super. La Juve di Lippi, paradossalmente, ha vinto quando ancora non era così grande, sia in Italia che in Europa, sorprendendo tutti: certamente nessuno se l’aspettava con la Champions in mano nel 1996, visto che in quel torneo non compariva da quasi un decennio. Questa Juve è invece già grandissima per i successi in Italia e per i nomi dei campioni, ma a livello internazionale è in cerca della definitiva consacrazione.

 

Infine, la domanda delle cento pistole: qual è più forte? La risposta è difficilissima. La sensazione di chi scrive è che questa abbia un maggior numero di campioni anche tra le riserve, quindi sia più completa, e sia migliore tecnicamente sia in difesa che a centrocampo (basti pensare ai confronti Porrini-Cancelo, Torricelli-Alex Sandro, Deschamps-Pjanic). In avanti, invece, probabilmente si equivalgono, anche se un calciatore con la classe di Zidane questa Juve non ce l’ha, perché nemmeno Ronaldo ha i piedi di Zizou.

 

Se si affrontassero in una sfida sul campo, però, punteremmo un euro sulla Juve del 1996: quando hai gente come Ferrara e Montero, Deschamps e Di Livio, dove non riesci con i piedi arrivi con il cuore.



20 novembre 1996

Manchester United-Juventus 0-1

Marcatore: Del Piero (J) rig. 35’

MANCHESTER UNITED (4-4-2) - Schmeichel; Neville G., Johnsen, May, Neville P. (dal 12’ McClair), Beckham, Keane, Butt, Giggs, Cantona, Solskjaer (dall’82’ Crujiff). All. Ferguson.

JUVENTUS (4-4-2) - Peruzzi; Porrini, Ferrara, Montero, Torricelli (dall’83’ Iuliano); Di Livio (dall’80’ Tacchinardi), Zidane, Deschamps, Jugovic; Boksic, Del Piero. All. Lippi.

Arbitro: Garçia Aranda (Spagna)



@steagresti