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"Quando spinge può battere chiunque, è all'altezza di Real e City". Hanno fatto quantomeno sorridere queste parole di Igor Tudor nel post Juve-Lazio, riferite appunto alla squadra bianconera che in Coppa Italia ha dimostrato di poter cambiare passo e offrire prestazioni diverse da quelle decisamente poco positive degli ultimi tempi. L'edizione odierna de La Repubblica prova a "scavare" nelle sue dichiarazioni per interpretarle nel loro significato più vero, giungendo a questa conclusione: "è sembrata più che altro una provocazione ricca di sottintesi, come se l'allenatore croato, l'estate scorsa fortemente sponsorizzato da un'ala della dirigenza, volesse far notare che lui, con quel materiale umano, prometterebbe ben altri traguardi".
 

Quando Tudor è stato vicino alla Juve


Tudor, come raccontato nei giorni scorsi dallo stesso quotidiano, è stato vicino a diventare l'allenatore della Juventus in due occasioni. La prima fu nell'anno in cui era collaboratore di Andrea Pirlo: a quattro giornate dalla fine fu a un "niente" da venire promosso alla guida della squadra, ma poi l'ex centrocampista scampò all'esonero vincendo rocambolescamente a Udine. In quei mesi, comunque, il croato guadagnò la considerazione di molti all'interno del club, e nell'estate scorsa fu il candidato unico alla sostituzione di Massimiliano Allegri, che però venne confermato. Tudor si era liberato dal Marsiglia, rinunciando a un anno di contratto, per presentarsi proprio alla Juve, ma il vento poi ha fatto un altro giro.