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Adesso, molto umanamente e ancor più direttamente: come si fa a non esaltarsi davanti a queste prestazioni di Fabio Miretti? Va bene, va bene: hanno ragione tutti gli altri, ché il ragazzo si farà a prescindere dalle spalle strette, ma allo stesso tempo non si può fare affidamento su una manciata di buone prestazioni senza il supporto di partite probanti, pure dal punto di vista mentale. Eppure, se c'è una storia da raccogliere in questo (tutto sommato) buon inizio di stagione della Juve, è proprio la vicenda Miretti. E' arrivato più tardi di tutti e sembrava tagliato in ogni possibile gerarchia, coi "nuovi giovani" a spingere. Alla fine, con pazienza e lavoro, ma poi principalmente con le qualità che possiede, Fabio si è tolto lo sfizio di superare tutti e di farsi preferire da Allegri, non esattamente il più vicino a una filosofia di giovani terribili.

PROGETTO CREDIBILE - Allegri gli ha cancellato anche l'alibi del ragazzo: se un giocatore è forte, gioca. E Miretti è forte. Sa tenere la palla, sa calciare, sa imbucare. Se non avesse trovato una deviazione sulla trequarti, probabilmente anche uno dei due destri tentati verso la porta sarebbe finito in rete. Sono note positive. La più positiva di tutte è che la Juve se l'è creato in casa, dando credibilità non solo al progetto Under 23/Next Gen (dove, a dir la verità, Fabio ha bazzicato senza mai realmente incastrarsi) ma a tutto il lavoro fatto sulle giovanili. Un talento da notti importanti: perché la scorsa stagione è stata solo l'inizio, le prestazioni con Roma e Spezia diventano piacevoli abitudini. 

CHE PERCORSO PUO' FARE? - Il tutto, poi, sotto gli occhi di Leandro Paredes. L'argentino non andrà a calpestare la sua zolla, però può tagliargli posto, spazio, minutaggio. Dipenderà tutto dalle intenzioni di Allegri su Locatelli, pronto a sbarcare sul lato del centrocampo e dunque a togliere prospettive proprio a Fabio. Che diventa il primo cambio, in attesa di Pogba. Che dovrà giocarsi il ruolo proprio con Loca, data la predisposizione di Allegri per una mezzala di qualità e un'altra più fisica, vedi Rabiot. Il percorso resta però netto, in mezzo a mille partite, impegni enormi, situazioni da gestire. La certezza è che Miretti sia un top della Juventus e che l'abbia dimostrato in campo. Sono rose e fioriranno. Prima di ogni altro, l'ha capito la società, brava a spingere sulla sua permanenza.