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Altro giro, altra corsa. Dopo Max Allegri anche Maurizio Sarri perde il posto come allenatore della Juventus dopo aver vinto lo scudetto. Il problema del tecnico di Figline non sono stati i risultati ma un feeling mai nato con parte dello spogliatoio che alla fine l'ha praticamente fatto fuori. "​Una squadra è fatta di dinamiche, rapporti interpersonali, cenni reciproci tra persone che partecipano a questo gruppo", diceva Andrea Agnelli nel giorno della presentazione di Andrea Pirlo come tecnico dell'Under 23, ruolo che ha ricoperto per meno di 10 giorni. Ieri c'è stato un primo summit di mercato con la dirigenza, oggi probabilmente un nuovo appuntamento.

GIOCATORI - Sarri non ha portato il famoso "bel gioco" ma ha comunque portato uno scudetto ed in condizioni normali sarebbe stato abbastanza per la riconferma. Il problema, come detto, sono stati i rapporti con calciatori e parte della dirigenza. E' vero che Sarri non è mai stato digerito dall'organismo Juve ma è altrettanto vero che in campo non ha mai potuto fare ciò che voleva. Anzi, in maniera intelligente si è adattato ai calciatori che aveva, portando a termine l'obiettivo scudetto. Anche la storia della "rosa lunga" è appunto una storiella che ci siamo raccontati visto che poi, nella partita più importante dell'anno, i bianconeri sono andati all'assalto dei quarti di Champions con Marco Olivieri, con tutto il rispetto per lui.

STESSI PROBLEMI - La Juve può continuare a cambiare un allenatore all'anno, oppure può finalmente capire che il problema sta in certi calciatori, non (necessariamente) nel manico. Già Max Allegri prima del suo esonero aveva chiesto un cambiamento radicale nella rosa. Troppo vecchia e troppo stanca in confronto alle corazzate europee, nonostante un Cristiano Ronaldo che sembra ancora un ragazzino. La scorsa estate è arrivato De Ligt con Demiral, il centrocampo è rimasto praticamente lo stesso perché Ramsey e Rabiot hanno pesato soprattutto sul bilancio più che nelle prestazioni in campo mentre in avanti la voglia di Higuain è durata fino a quando non ha capito che i titolari là davanti erano CR7 e Dybala. Il lockdown e il ritorno in Argentina hanno fatto tutto il resto.

FUTURO -  Ora dovrà partire, per forza, la rifondazione, altrimenti Pirlo rischia già di bruciarsi perché ogni allenatore dipende dalla forza dei propri calciatori, da questo non si scappa. Non sarà facile perché la Juve deve piazzare tanti over 30 (Higuain, Khedira, Matuidi), altri giocatori perennemente rotti (De Sciglio e Douglas Costa) e qualcuno che non si è dimostrato all'altezza, nonostante la fiducia (Bernardeschi). Non sarà facile perché di cash in giro per l'Europa ce n'è poco e anche la Juve dovrà fare di necessità virtù con scambi e operazione "fantasiose". Sarà difficile cedere ma pure acquistare calciatori in grado di alzare ancora l'asticella. In bocca al lupo.

@lorebetto