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Quella di domani sarà una data chiave nell’ambito dell’inchiesta Prisma: l'udienza preliminare vedrà comparire davanti al gup Marco Picco il club e i dodici imputati. Ma come è partito il tutto? A raccontarlo è il Corriere della Sera.
 
Il tutto partirebbe da alcuni articoli di giornale che sottolineano le plusvalenze della Juventus. Nella sua prima annotazione, la Guardia di Finanza scrive: “Dal 30 giugno 2018 al gennaio 2021 ne sono emerse per 416.933.597 euro, conseguenza delle operazioni di cessione dei diritti relativi a 71 calciatori”. In seguito, nella primavera del 2021, la Procura di Torino apre un fascicolo «modello K», ovvero «atti relativi a fatti nei quali non si ravvisano reati allo stato degli atti, ma che possono richiedere approfondimenti». L’indagine si riferisce a “bilanci ed oscillazioni del titolo di società quotata”, non ci sono ipotesi di reato né persone indagate.
 
Il 25 maggio 2021, con un documento a firma del procuratore aggiunto Marco Gianoglio e del pm Mario Bendoni, la Procura delega i primi accertamenti al nucleo di polizia economico finanziaria di Torino. I magistrati scriveranno: «In relazione al procedimento in epigrafe — all’epoca ancora un fascicolo modello K, numero 3160/2021 — si prega di visionare gli atti e di approfondire le operazioni di trasferimento di calciatori poste in essere, in entrata e in uscita, dalla Juventus negli esercizi chiusi al 30 giugno 2018, 2019, 2020, nonché nell’esercizio in corso». In particolare si chiedevano accertamenti sui «valori dei cartellini», sugli «stipendi», e sulla «disciplina contabile e fiscale delle plusvalenze». Al momento, si tratta di approfondire la vicenda, «attraverso l’utilizzo delle banche dati in uso alla guardia di finanza e delle fonti aperte».
 
Un mese dopo arrivano i primi riscontri dalle indagini. Un’annotazione di 34 pagine della Guardia di Finanza che nelle conclusioni recita: «Si vogliano valutare eventuali ulteriori approfondimenti, anche nella prospettiva della configurabilità di possibili ipotesi di reato prima facie di false comunicazioni sociali delle società quotate». 
 
Nel documento sopracitato si parla delle operazioni a specchio e dell’ipotesi che «la società potrebbe aver indicato nei bilanci valori di cessione superiori a quelli effettivi al fine di compensare le perdite di esercizio o, comunque, influire sulle stesse». Come pure si osservava un «costante incremento» di perdite e ammortamenti, e una parallela crescita delle plusvalenze. Il 12 luglio 2021 la Consob avviò una verifica ispettiva, tre giorni dopo il via alle intercettazioni della Guardia di Finanza.