UN RAPPORTO NON IDILLIACO - La verità è che nelle ultime partite la mediana bianconera è apparso opaca, stanca, lenta nella gestione del pallone, con un Bentancur in cabina di regia che ha palesemente bisogno di rifiatare. Pjanic sarebbe la carta giusta da utilizzare, ma Sarri ha optato per altre soluzioni, anche se la sola volta che lo ha schierato nell’undici di partenza nelle ultime quattro partite, il bosniaco ha fornito due assist, uno illuminante per Higuian. Una vera e propria verticalizzazione sarriana, un unicum di queste ultime sfide. Evidentemente, al di là delle spiegazioni alla stampa, il rapporto tra tecnico e giocatore non è più idilliaco, qualcosa si è rotto in passato e ha portato alla sua cessione, anche per motivi tecnici. La sensazione, però, è che a questa Juve serva ancora l’aiuto di Pjanic, dato che ha in dote qualità tecniche indiscutibili, soprattutto per quell’ordine di gioco che Sarri tanto acclama.
E IN CHAMPIONS? - Forse il gioco non vale la candela, soprattutto se l’equivoco si prolunghi fino alla Champions League. A partire dal 7 agosto, data del ritorno degli ottavi di finale contro il Lione, ogni partita sarà decisiva e ogni errore verrà pagato a caro prezzo. Per questo il dilemma Pjanic è da risolvere il più in fretta possibile, alla luce dello spessore e della leadership che può garantire al centrocampo, lui che in finale di Champions ci è arrivato e conosce le insidie della competizione. Forse conviene ad entrambi, sia a Sarri che a Pjanic, finire la stagione in bellezza. Poi ognuno per la sua strada, ma la Champions è un obiettivo che va oltre a dissapori interni.