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Un'altra, lunga, lunghissima giornata. Alla Continassa c'è stato un tempo per le riflessioni e un altro per le decisioni: alla fine, nessun passo indietro e nemmeno uno step in avanti. Si va avanti con gli stessi uomini e lo stesso obiettivo: entrare in Champions, pure se si è complicata in maniera tremenda e desolante. 

LA GIORNATA - Pirlo è 'sopravvissuto'. L'ha fatto ancora. Nonostante il pari di Firenze, nonostante l'ennesimo primo tempo regalato e una squadra che non reagisce più agli stimoli: perché è pur vero che nella ripresa del Franchi qualcosa è cambiato, ma il contorno di una squadra debole e fragile è rimasto tutto. Ecco perché si è pensato quest'oggi a un possibile avvicendamento: riunione fiume tra i vertici societari, all'ordine del giorno solo un grande punto interrogativo. Come andare avanti? La tentazione di cambiare è spuntata fuori più volte. Ma la dirigenza ha optato per una nuova conferma, stabilendo come il percorso di Pirlo non abbia però dato le rassicurazioni richieste a gran voce dopo il clamoroso ko con il Benevento. 

IPOTESI TUDOR - Eufemismo intriso di ovvietà: la gara di Udine è decisiva. Quella con il Sassuolo ancor di più. Pirlo ha sei punti da portare a casa, senza 'se', 'ma', neanche mezzo 'forse'. E la sua squadra non deve solo dare una svolta alla sua classifica, deve soprattutto convincere. Deve farlo il gruppo in sé, devono farlo determinati singoli: a partire da Cristiano Ronaldo, apparso svogliato e parecchio imbarazzato dalle ultime uscite. Le alternative? Tudor resta sempre lì, in attesa di un avvicendamento che probabilmente non avverrà mai. Che magari avverrà troppo tardi. Per il futuro c'è ancora un po' di tempo e la società ha intenzione di prenderselo tutto. Ma la strada tra il 'fu' Maestro e la Signora è ormai ai titoli di coda. Verrà una Juve e verrà con una rivoluzione.