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E’ presumibile che alla Juve non abbiano avuto bisogno di dire a Pirlo, quello che il Presidente dell’Inter ha detto a Conte: “Il prossimo mercato si autofinanzia” ovvero si compra con i soldi ricavati dalle vendite, anche perché Hakimi (40 milioni) glielo hanno già comprato. Per la stessa cifra, più o meno, è arrivato alla Juve Kulusevski. Per il resto, anche a Torino, è sottinteso l’autofinanziamento, con in più la “rottamazione” (il termine è brutale, ma sintetico) di giocatori a fine corsa dagli ingaggi assai alti, a causa di rinnovi antichi e “generosi”, per usare un eufemismo.

In tale quadro, la Juve, al di là delle deroghe Covid concesse a tutti, ha un margine di manovra ristretto: riuscire a tenere calciatori di spessore, rinnovando i contratti con maggiori oneri e svecchiare la rosa. In questo senso, sono esemplari i nomi di Dybala e Dzeko. Su Dzeko è stato già detto: vale la pena una partita di giro (vedi alle voci: età, affidabilità) che, però, prevede un esborso d’una decina di milioni?

Su Dybala s’è espresso Pirlo. Ha detto che non è “mai stato sul mercato, siete voi giornalisti a mettere in giro certe voci e appena rientrerà farà parte del progetto”. Quindi, i tifosi e gli estimatori possono stare tranquilli: il talentuoso giocatore, che chiede per lo meno un raddoppio netto del proprio stipendio, resterà juventino. O i giochi (i conti) sono fatti e si tratta solo di limare certi dettagli o Pirlo s’è avventurato in qualcosa di molto più responsabilizzate d’una semplice dichiarazione. Non ci pare sia costume dell’uomo forzare le situazioni e non solo perché siamo appena all’inizio. Pirlo, insomma, ci ha messo la faccia. Ha garantito la permanenza di Dybala e se ciò non avvenisse si sarebbe giocato la fiducia di buona parte dei tifosi juventini.