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Tutti sotto processo. La proprietà ragiona sul futuro di Andrea Agnelli. La dirigenza per quanto sia già al lavoro per l’anno prossimo, ancora non ha firmato il rinnovo. Ormai Andrea Pirlo gode di una fiducia a tempo che può durare da una settima al termine della stagione. Mentre al di là della bufera Super League, la mancata qualificazione in Champions potrebbe definitivamente spazzare via ogni dubbio con un ribaltone che non farebbe sconti a nessuno. E i giocatori? Nella disperata ricerca di fare quadrato per evitare di andare tutti a fondo, sono loro a essere finiti sul banco degli imputati. Dall’eliminazione in Champions in poi è emersa in maniera sconfortante una situazione che vede la squadra ormai avere mollato di testa, quindi di gambe. Non è uno di quei casi in cui si potrebbe vociferare di un gruppo che gioca contro, contro chi poi. Più semplicemente sembra che non importi abbastanza di salvare il salvabile, come se andare o non andare in Champions fosse la stessa cosa o magari un problema solo del club. Poca rabbia, poco orgoglio, poco attaccamento alla maglia: questo è ciò che trapela dall’ambiente bianconero secondo il punto di vista della stessa dirigenza. E questo non è proprio accettabile, su questo la società vuole e deve intervenire.

RONALDO E COMPAGNIA - Hanno la testa già all’Europeo. O alla Copa America. Questo il timore che diventa convinzione. Solo che nel frattempo la Juve rischia tanto, rischia tutto. Per la prima volta in tre anni anche Cristiano Ronaldo finisce così sul banco degli imputati, non solo in termini di critica ma anche di pazienza interna. Il forfait prima di Atalanta-Juve non è piaciuto a nessuno, gli ultimi ripetuti atti di insofferenza men che meno. Resta intoccabile, questo è il vero problema di chi lo ha reso tale. Ma non c’è solo CR7, in questo particolare momento la famosa cena a Villa McKennie con anche Arthur e Paulo Dybala colti in flagrante ha lasciato il segno, il fatto che prima dell’arrivo delle forze dell’ordine ci fossero anche altri giocatori è un elemento che ha alimentato il fastidio alla Continassa. Ma se a parole l’imperativo è quello di lavorare a testa bassa per evitare il fallimento totale, nei fatti la squadra non risponde più: agli input di un Pirlo confermato davanti alle telecamere ma ormai sempre più distante dalla permanenza, soprattutto di un club che non è mai stato fragile come ora.