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Sembra un po' la possibilità del Governo Amato: quando c'è incertezza dettata da momenti o dalle urne, spunta fuori come fosse un rassicurazione sul futuro. Ecco, "McKennie in uscita" è una frase che abbiamo imparato ad aspettarci: e più che una rassicurazione, in realtà per la Juve sembra un'assicurazione. C'è una consonante in più, fa tutta la differenza: per finanziare il giro di giostra chiamato "mercato", sembra sia sempre l'unica via. 

LE POSSIBILITA' - Perché, dunque, a ogni edizione c'è Weston McKennie dato in uscita? Due, i motivi principali. Il primo: è un giocatore che andrebbe a generare una plusvalenza importante. La Juve lo ha comprato dallo Schalke 04 per 18 milioni di euro, tutto in un'unica soluzione. Sono passati due anni, di altissimi e qualche basso: oggi l'americano, classe 1998, si può definire un giocatore quasi consacrato. Di conseguenza, il secondo motivo: ha mercato, tanto mercato, ovunque mercato. Può sposarsi perfettamente con i ritmi della Premier - e il Tottenham di Paratici e Conte ci pensa -, ha la qualità giusta per giocare in Spagna, l'appeal per guadagnarsi a prescindere le big d'Europa, alla ricerca di un investimento per presente e futuro. A Torino, certo, c'è spazio e ce ne sarà ancora per lui. Ma la parabola è chiara: per far spazio al figliol prodigo (e a qualcuno forse di più funzionale), il sacrificio si rende sempre necessario.