commenta
Prima la Juve, e poi? Poi cosa succede? Siamo di fronte all'anno zero: non per la rivoluzione, ma perché il club si ritrova a (non) fare i conti con la prima stagione senza alcun trofeo. E il mercato, ecco, sembra quello rionale: piccole e grandi trattative, chi finisce per curiosare e chi invece sogna il grande affare. In tutto questo, ci sono i punti cardine, che messi insieme si trasformano in una filosofia: la società ha deciso di ricostruire secondo il principio del dogmatismo. Tradotto in parole povere: si supera ogni Criticismo e soprattutto non ci si lascia trascinare dall'Idealismo. Semplicemente, la realtà (economica e di squadra) ha la meglio sull'idea.

GIOCARE COL FUOCO - Sembra complicato, non lo è. La Juve ha messo se stessa davanti a ogni altra situazione. E ha iniziato come si fa con i lavori di grosse dimensioni: intanto si tolgono le presunte erbacce, poi s'inizia a preparare il terreno per una nuova semina. Il club ha salutato Dybala, tra le lacrime. Ha detto addio a Bernardeschi, senza guardarsi indietro. Può farlo ancora con tanti e le situazioni De Ligt e Cuadrado ora tengono necessariamente banco, preoccupando chiaramente i tifosi. Cosa succederà? La sensazione è che solo spina dopo spina, verrà fuori una rosa. Dunque, un progetto tecnico e tattico. 

ANNO 0 - Si ritorna allora al punto di partenza, alla realtà che ha la meglio su un'idea. E se De Ligt ha parlato di progetto, quarti posti che non bastano, la storia (della Juve e sua) meritevole di altri obiettivi e altra considerazione, non l'ha fatto per dare una risposta complicata a una domanda apparentemente semplice: ha richiesto una legittima spiegazione, anche se ha fatto arrabbiare qualcuno. Se è un allarme, qualcuno corra a spegnerlo. Se la Juve vuole rivoluzionarsi, non conviene farlo in maniera gentile? Tutto sommato - Allegri l'ha detto - qualcosina sarà pur arrivata dalla prima stagione senza titoli.