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Un clima surreale sta accompagnando la Juventus verso la partita dell'anno, il ritorno degli ottavi di finale di Champions League contro l'Atletico Madrid. I bianconeri devono rimontare due gol, un'impresa per la quale servono unità d'intenti e compattezza dell'ambiente. E invece... Invece negli ultimi due giorni si sono rincorse voci ai limiti dell'incredibile, che hanno come protagonista Massimiliano Allegri. Prima i rumors su una presunta minaccia di dimissioni da parte del tecnico, poi l'indiscrezione, circolata ieri a Torino, su una pazza idea di un cambio in panchina addirittura a stagione in corso. 

E anche le dichiarazioni e i silenzi dei protagonisti hanno contribuito ad alimentare questo clima. A Napoli, Allegri ha parlato in questi termini del suo futuro: "Fatico a rispondere. Quando il Presidente vorrà ci siederemo e parleremo. Io sono molto contento di essere e di restare alla Juve, ma dobbiamo incontrarci e bisogna essere in due, perché io posso essere contento e lui no, ma anche il contrario". Sul fronte societario, Paratici ha detto semplicemente: "Allegri? Dopo la Champions vediamo il da farsi", mentre da parte di Agnelli e Nedved in questi giorni c'è stato un silenzio assoluto.



Insomma, il clima di tensione è palese e la fine del ciclo di Allegri alla Juventus sembra ormai conclamata. Una fine naturale e anche logica, ma a fine stagione. Un cambio in corsa, al netto dei rapporti personali fra allenatore e dirigenza, sarebbe assurdo e incomprensibile: Allegri ha il diritto di festeggiare il suo quinto scudetto di fila in bianconero, e ha soprattutto il diritto e il dovere di giocarsi la qualificazione con l'Atletico Madrid. 

Se si è arrivati a questo punto, sia il club che l'allenatore hanno le loro colpe. La società ha costruito una squadra incompleta, in particolare a centrocampo (e noi ve lo abbiamo detto fin da agosto: Questa Juve non è la più forte di tutte), mentre Allegri ha sicuramente commesso degli errori nella gestione di Ronaldo (e anche questo lo abbiamo scritto in tempi non sospetti, a novembre: Juve, attenta: Ronaldo gioca troppo!). Ma entrambi, ora, devono avere la forza per chiudere insieme un ciclo straordinario: se c'è una sola speranza di battere l'Atletico, è quella di farlo con unità e coesione, da vera Juve.