CARATTERE - Torna allora la solita questione, quella rilanciata da Allegri dai tempi di Juve-Malmoe: che la squadra sia tornata 'bianca' come il pallone indicato allora dal tecnico? Viene da pensarlo. Quasi da malignarci su. Ma tutto si riduce all'episodio e le vibes tornano a Juventus-Salernitana: con una vittoria si sarebbe parlato di tutt'altro, e alla fine Allegri e i suoi non hanno praticamente mai sofferto. Semmai, l'errore è stato non chiuderla. Andarci vicino - che conta solo se giochi a bocce - e non avere mordente, pur possedendo tutte le carte offensive nel tuo mazzo. Se ci fosse lo psicologo, però insisterebbe: tutte queste sfortune e arrivano puntualmente con una musica diversa dal campionato? Qualcosa c'è sotto. Ed è quasi una fortuna: si può risolvere, non è tutto frutto del caso.
RIPARTIRE - No, non è tutto frutto del caso, ma è un passo di ogni percorso. E' stato come se la Juve si fosse caricata in maniera esagerata del peso e dell'importanza di questa competizione. Accade sempre anche in Champions (e si è visto in particolare negli ultimi anni), ma stavolta c'è un obbligo dietro al sogno, e allora il castello è naturalmente di carte: quella decisiva è Di Maria, viene meno il Fideo e cade giù tutto. Un po' come Bremer sull'inserimento di Blas. Ecco: è una crepa di carattere, forse grande, sicuramente ingombrante. Allegri l'ha riparata una volta, ci riuscirà una seconda, con tutto questo caos attorno?