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Intorno solo macerie. Non rimane più nulla della Juventus, di quella che abbiamo amato, onorato, protetto. Rimane confusione, arroganza, gente non all’altezza di rappresentare la Vecchia Signora. In mezzo al buio, però, una tiepida luce da seguire per uscire dal tunnel. Una luce che, se si strizzano bene gli occhi, si può notare che coincida con una fluente chioma bionda. Sì, è quella chioma che abbiamo imparato ad amare in campo, quella che ancora oggi ci difende o onora nelle vesti di dirigente. Certo, è quella di Pavel Nedved.
 
Mani in faccia, disperato. L’immagine di Nedved sulla tribuna dell’U-Power di Monza ha fatto il giro del web ed è l’immagine di tutti noi, allo stadio o a casa. Mani in faccia, come naturale reazione. Mani in faccia, quasi a nascondere la vista dallo scempio andato in scena sul terreno di gioco.
 
Una fotografia potente del pomeriggio della Juventus. Acquista ancora più valore, poi, se la si mette di fianco ad un Arrivabene che nel pre partita ride e scherza con Galliani, parlando del pranzo. O di fianco ad Agnelli. A proposito, chi l’ha visto? Chi l’ha sentito? L’ultima uscita pubblica che si ricordi è quella che di fatto metteva alla porta Maurizio Sarri: “Una stagione pessima”, l’aveva definita. Fu l’ultimo scudetto vinto.
 
Se è vero, come si legge e percepisce, che all’interno del club si siano create delle correnti, divise sul futuro di Allegri, i tifosi hanno scelto da che parte stare. In questo momento non ci rimane che Nedved.