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Dopo tre giornate di campionato, la Juventus si trova nei bassifondi della classifica, con 1 punto raccolto in tre partite contro Udinese, Empoli e Napoli. Nell’estate del 2015, la Vecchia Signora affrontava una situazione molto simile: 1 punto raccolto con Udinese, Roma e Chievo. Queste, sono le uniche due stagioni, in 52 anni di Serie A, in cui la Juve non è riuscita a vincere nelle prime tre giornate di campionato. Nel 2015/2016 arriverà ancora la batosta di Sassuolo a ottobre, la riunione dello spogliatoio e la miracolosa serie di 24 vittorie in 25 partite. Tante similitudini, coincidenze; fare un paragone, però, sarebbe totalmente fuorviante.

DIFFERENZE – Ci sono due grandi differenze che rendono nullo il paragone tra le due stagioni, un fattore interno e uno esterno. Il primo è che la rosa del 2015/2016 era composta da grandi campioni, reduci da stagioni importanti e vittorie, con delle certezze, delle fondamenta importanti, leader esperti con piena consapevolezza di cosa volesse dire vestire i colori bianconeri. Oggi, la Juventus è una squadra reduce da una stagione deludente, fragile, che di certezze non ne ha più, che ha perso totalmente la propria aura di imbattibilità e che, in poche parole, non fa più paura a nessuno. L’altra differenza è sul valore delle avversarie. Nel 2016, il Napoli si classificò secondo a 9 punti di distanza, la Roma a 11. L’Inter addirittura a 24. Una differenza che a quel tempo sembrava incolmabile. Oggi non solo è stata colmata, ma la Juve è stata superata. Quello di quest’anno è un campionato equilibrato ed è facile prevedere che in testa si correrà parecchio, il valore delle avversarie – le altre 6 sorelle – è alto come non lo era da tempo. Nessun paragone è possibile, quindi. Uno spunto, però, sì. Emulare quanto fatto nel 2015/2016 è fuori discussione; ricompattare il gruppo, cominciare a giocare da squadra – come si è visto in alcuni tratti a Napoli – e avere consapevolezza del peso che storicamente ha la maglia bianconera si può fare. Si riparta da qui.