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La pace prima della tempesta. Ricordate quei giorni di marzo, quando il sole provava a sbracciarsi tra le nuvole e Zhang andava a cena a casa Agnelli? Sembra passata un'era geologica, sono trascorsi appena tre mesi. Un segno di pace che allora non fece scalpore, anzi: sembrò un ramoscello d'ulivo su una storia pronta a esser messa alle spalle. Due grandi visionari, figli di imprese e imprenditori, uniti per il bene del calcio italiano. 

L'ULTIMA POLEMICA - Poi c'è stato il cuore dell'emergenza. Quindi la quarantena. Poi il dibattito sulla ripresa. Infine, la questione delle date. E' stata l'ultima goccia di un vaso colmo di contraddizioni, inevitabilmente crollato sotto il peso dell'incertezza. Stando a quanto raccontato questa mattina da Il Giornale, la polemica finale l'ha firmata Beppe Marotta. "Mi dicano almeno se devo portare la squadra a Napoli il 13 giugno". Lo raccontano calmo e tranquillo, senza voglia di portare allo scontro pure un passaggio burocratico. Per quanto fondamentale. E cocente. 

JUVE CONTRO - Sì, perché Juve e Milan si sono messe in mezzo nel progetto nerazzurro: no all'anticipo della semifinale di ritorno di Coppa Italia tra l'Inter e il Napoli. Il regolamento parla di alternanza nelle partite e lo scorso gennaio furono azzurri e nerazzurri a giocare per primi. Marotta avrebbe voluto giocare un giorno prima per evitare un tour de force di potenziali tre partite in otto giorni. Implicitamente, chiedendo aiuto alla sua vecchia società, che ha ascoltato e calato il proprio asso. Del resto, perché avrebbe dovuto fare il contrario? Per colpa di qualcuno, qui non si fa più credito a nessuno...