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Juve-Napoli verrà rigiocata come è giusto che sia. Sono convinto che neppure alla società bianconera avrebbe fatto piacere una vittoria concessa a tavolino. Il regolamento, è vero, stava dalla sua parte ma ciò non toglie che debba essere applicato soltanto in situazioni estreme laddove a impedire il regolare svolgimento di una partita intervengano episodi oggettivamente gravissimi di violenza o di tentatavi truffaldini messi in atto da una delle due parti contendenti. Il caso sanitario che ha bloccato la gara in questione, invece, è troppo scivoloso e interpretabile per indurre ad una soluzione draconiana come quella della sconfitta e del successo decretato da una carta che, ricordiamolo, non ha il valore dei Dieci Comandamenti dettati a Mosè sul Monte Sinai. Sicché ben venga la ripetizione del partitone. A corredo della “gara fantasma” si sono succeduti eventi di ogni tipo oltre a reazioni popolari tra le più disparate. Una serie di atteggiamenti e di prese di posizione che potrebbero tranquillamente essere riuniti nella categoria teatrale della sceneggiata. Ma non soltanto quella napoletana. 

ASL-ADL-VDL - Hanno aperto la recita, stucchevole e poco sportiva, il presidente cineasta Aurelio De Laurentiis e la ASL della Campania con il loro “niet” supportato da argomentazioni speciose e strumentali coperte dall’alibi della salvaguardia della salute pubblica. In regia ci stava il Governatore della Regione Vincenzo De Luca il cui pedigree di dichiarato tifoso juventino avrebbe dovuto garantirgli il ruolo di personaggio al di sopra di ogni sospetto. La sua presa di posizione sdebitoria nei confronti del suo elettore De Laurentiis ha però tracimato nel ridicolo quando ha voluto condire i fatti con le parole accusando la Juventus e Andrea Agnelli di "aver perso l’onore". L’onore è una qualità estremamente seria e non può essere tirato in ballo da un politico la cui casella giudiziaria è piena come un uovo di struzzo. Il presidente della Juventus, che non è certamente un santo, ha perlomeno avuto il buon gusto di non replicare. 

I BIANCONERI - Poi la rappresentazione della sceneggiata si è trasferita su altri palcoscenici lontani da Napoli. La sera in cui avrebbe dovuto svolgersi la partita che tutti sapevano non ci sarebbe stata, i giocatori bianconeri e tutto lo staff tecnico sono arrivati allo stadio, si sono messi mutande e magliette, magari hanno anche fatto il riscaldamento e poi si sono schierati al centro del campo dopo aver fatto la conta con l’arbitro. Alla fine, visto che non arrivava nessuno, se ne sono andati per tornare alle loro case dove avrebbero dovuto trovarsi da un bel po’. Perlomeno grottesco, tutto ciò. Lo dice il regolamento, per carità, e la Juventus è stata obbligata a farlo. Ma i regolamenti possono essere cambiati. Anzi debbono essere cambiati quando producono effetti ridicoli. Un poco come mettersi in ghingheri per andare all’appuntamento con la fidanzata già sapendo prima che non verrà perché è scappata con il nuovo amante.