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Se proprio serviva il colpo del campione, Paulo Dybala ha dimostrato di essere forse qualcosina in più. Tutto si è concluso con un sinistro di prestigio e un altro di precisione: grazie all'argentino, la Juve ha portato rispedito a casa la Lokomotiv Mosca senza crearsi rimpianti. 2-1, all'Allianz Stadium. Ecco le pagelle.

SZCZESNY 5.5 - La botta è più centrale di quanto avesse preventivato, e col corpo spostato a destra chiude come può. Altro brivido è quando Bentancur lo anticipa: lì deve andarci cattivo, ché l'area piccola non deve conoscere nessun altro padrone. 

CUADRADO 6.5 - Sia chiaro: l'errore sul gol russo è roba da matita blu, ma la prestazione è giallo evidenziatore. Nel senso che servirà da ripasso soprattutto quando la Juve si ritroverà squadre così chiuse. Spina nel fianco costante: ora, però, registrarsi quanto prima nell'elenco dei marcatori. Nel senso difensivo del termine.

BONUCCI 5.5 - C'è una linea sottile in una partita che va a onde: su e giù (ma tanto in giù), poi di nuovo su e quindi ancora giù. Gli va di sfortuna che, quando cala l'attenzione, la Juve determina il suo destino. Alle volte, a esser così fondamentali... 

DE LIGT 5.5 - Ormai ha perso qualsivoglia presunzione di innocenza. Sbaglia interventi difficili, ma fondamentali. Robe che per la sua fama sono pane quotidiano e il quid in più che giustifica investimento e fiducia per il futuro. Questione di testa tutta la vita: l'aggiusti in fretta.

ALEX SANDRO 6.5 - Oltre alle imprecisioni, colpiva un po' il ciondolamento cronico che faceva da parallelo all'andamento generale della partita. La verve sembrava finita e la spia della riserva pareva lampeggiare che più non si poteva. Il sinistro, deviato dal portiere e raccolto da Dybala, è una preghiera esaudita in ritardo dal collega di sinistro.

KHEDIRA 5 - Di solito è l'elemento che fa respirare la squadra, stavolta è apnea totale. Per carità: quella dei russi è una diga di centimetri e cattiveria agonistica. Ma non superarla mai è emblema di deficit di condizione.
HIGUAIN 7 - Dà la spinta decisiva e supera un'altra prova solo coi movimenti: con Dybala e Cristiano può tranquillamente coesistere. Non solo quando c'è bisogno. 

PJANIC 6.5 - Krychowiak e Miranchuk si scambiano il pressing su Miralem manco avessero dei bonus sui chilometri percorsi alle calcagna del bosniaco. Il loro lavoro è giusto, soprattutto efficace. Pjanic uscirebbe pure volentieri dalla morsa, ma senza il supporto dei compagni...

MATUIDI 5 - Le fatiche se le prende tutte, ma Blaise non è Ercole e allora soccombe. Non fa girare Cristiano come deve, non s'inserisce con qualità. E' un punto impazzito nel recinto di madre Russia: può correre quanto vuole, ma sempre in gabbia rimane. 
RABIOT 6 - Bene di dinamismo e di voglia. Sicuramente meglio di Matuidi.

BENTANCUR 6.5 - Benvenuti nel mondo della soggettività, perché il giudizio di Bentancur è frutto di due dannatissime questioni. La prima: ha fatto il suo dovere? La seconda: poteva dare più dinamismo sulla trequarti? La risposta è un 'sì' di massima, comunque collettivo. Per farla breve: l'esperimento è riuscito, ma siamo assolutamente all'inizio.

RONALDO 5.5 - La testardaggine è la sorella arcigna della fretta. E Cristiano ha addosso un pressing mentale che fa spavento: come fosse obbligato dalla legge marziale (e dei marziani) a sopperire alle mancanze di una serata stregata. Tira dove e quando vuole, ed è tutto come da copione. Il resto però è snervante e con poco senso logico. Suggerimento per chi si sente frustrato: capita pure a lui.

DYBALA 8 - Con Pjanic marcato a vista e a uomo, la Juve di qualità dipende da Dybala. E Paulo si fa vedere, riceve, si sposta sulla trequarti per prendere palla e agire da regista avanzato. Un surplus di compiti che un po' crea confusione, un po' l'allontana dalla porta. Ah, nulla di importante: tanto PD fa gol sempre, fa gol ovunque. E li fa d'una meraviglia mostruosa, pure se sembrano semplici tap in.
BERNARDESCHI s.v. - A dar spallate. A farsi forte.

SARRI 6 - Non un passo indietro dal punto di vista del gioco: a mancargli è l'intensità, quasi al livello della sorte. Per fortuna ci sono i campioni.