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Non aggiusterà tutti i problemi del centrocampo, non sarà un fuoriclasse in grado di alzare da solo il livello della squadra, ma Manuel Locatelli sta dando una grossa mano, in questo momento di difficoltà della Juventus. La controprova, sulla sua importanza per il gruppo, si era avuta nella prima parte della partita contro lo Spezia. In quel caso, la scelta di Allegri di tenerlo fuori per rifiatare fu come bagnarsi le dita e spegnere l’unico cerino rimasto ad illuminare pallidamente il centrocampo. Il suo rientro, oggi, è stato come riaprire le persiane, in una stanza rimasta buia e impolverata.

IL CERVELLO - È lui il cervello del centrocampo, quello capace di vedere il gioco e verticalizzare, con precisione e velocità, come nell’occasione del primo gol della Juventus, con il cambio campo in direzione di Alex Sandro. È sempre lui ad aggredire gli avversari, strappare palloni e non tirare mai via la gamba. A tutto questo, cose già apprezzate nelle prime comparsate in bianconero, oggi Locatelli ha aggiunto il primo gol con la maglia della Vecchia Signora.

IL PRIMO GOL - Un cerchio che si chiude, il sogno del bambino fotografato con la maglia della Juve che si realizza, l’orgoglio della nonna juventina. Quella che vediamo oggi è una squadra ancora in convalescenza, che ha grandi problemi di tenuta mentale e di fiducia in sé stessa. In tutto questo caos, svetta come un gigante Locatelli, il faro di una Juve di cui ha preso da subito le chiavi. Una cosa è certa, la personalità non gli manca. Ai suoi piedi è affidata la risalita in classifica.