commenta
Ha ragione Ravanelli: lasciamo perdere il giudizio sulle ultime di campionato della Juve e concentriamoci sul Lione. Cosa dice Penna bianca? Una cosa nemmeno troppo originale, ma di buon senso: la chiave sta nel centrocampo che deve far girare la palla velocemente. Ora, detto che il centrocampo è il luogo-reparto nevralgico di tutte le squadre, il punto è proprio questo: la Juve ha un centrocampo lento, un centrocampo che, schierato con tre giocatori, soffre.

Le partite in cui ha funzionato egregiamente si contano sulle dita di una mano: quelle contro l’Atletico, il primo tempo col Napoli a Torino, le due con l’Inter. In molti casi, i bianconeri si sono trovati a loro agio non quando mantenevano un possesso palla nella metà campo avversaria, ma con le ripartenze. In una parola col famigerato contropiede. Perché altrimenti, la squadra, non sa creare gli spazi necessari, sbatte contro i muri difensivi e passa lateralmente, fino a che…Fino a che non viene infilata dal contropiede avversario.

E allora, perché non pensare a un centrocampo più folto? A noi sembra che il 4-3-3 con questi giocatori non vada così bene e che il possesso palla a due all’ora serva soltanto alle difese e ai centrocampi altrui per compattarsi. Hanno quasi tutti le idee chiare quando incontrano la Juve: due linee difensive molto vicine e ripartenze fulminanti sugli esterni. Il risultato: molti cross e molti gol subiti dai bianconeri. E’ uno schema di gioco abbastanza semplice che, soprattutto, possono applicare con efficacia anche squadre dal tasso tecnico meno elevato di quello juventino.

La speranza è che la Juventus sia in grado di cambiare registro proprio a centrocampo. Altrimenti sarà dura, anche con un avversario abbordabile.