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Arek Milik si presenta come nuovo giocatore della Juventus: ecco le sue parole in conferenza stampa. 

ORA ALLA JUVE - "Questo è un momento speciale, è sempre stato il mio obiettivo giocare in questo club così grande. E' una cosa bellissima per me, però era il mio obiettivo, qui sono arrivato e voglio dare qualcosa di speciale, fare bene, fare tanti gol ed essere felice". 

GIOCARE CON VLAHOVIC - "Ho fatto due-tre allenamenti con la squadra, anche ora non ci sarà tanto tempo per allenare. Posso giocare anche con due punte, l'ho fatto in nazionale con Lewandowski, alla fine lascio al mister, lui sceglie la squadra, vede come giochiamo, quando giochiamo, tutte le cose. Faccio quel che posso durante gli allenamenti, per farmi vedere e stare bene. Scelta sua"

VICINO ALLA JUVE - "Sì, ero vicino, le cose sono andate in modo diverso. Tante volte, forse non vicino, ma il mio nome è stato vicino alla Juve, anche sui giornali. 2-3 anni fa era qualcosa che si poteva fare, alla fine non l'abbiamo fatto. Come dico: non guardo al passato, conta cosa c'è ora. E sono contento della scelta, di essere qui, come detto prima spero che farò tanti gol".

PIU' CONCORRENZA - "Non voglio parlare della Roma, sulle altre squadre è sempre stato alto, ora è diventato più alto secondo me. 4-5 anni fa non erano così tante squadre a lottare, ora invece sì. Questo rende lo scudetto ancora più difficile da vincere".

QUALE MILIK TORNA - "Sto bene fisicamente, sto benissimo mi sento bene. Come hai detto prima, ho fatto 30 gol in 50 partite, alla fine quanto fatto non conta più. Il calcio moderno è così, conta solo quel che fai adesso. Se giochi, devi segnare. Si conta sempre la prossima partita, la gente non guarda indietro. Ora scrivo pagine nuove, è la cosa più importante". 

POSIZIONE - "La mia posizione è l'attaccante, il ruolo è attaccare, fare gol. Mi piace giocare solo, con le due punte. Alla fine la squadra la sceglie il mister, decide lui". 

AVVENTURA AL NAPOLI - "Non ho guardato il calendario, so che giochiamo con lo Spezia e importa questo. Non so quando giochiamo a Napoli. Cosa non ha funzionato? Dovevo andare via, non ha funzionato e sono finito fuori rosa".

ALLENATORI - "Ogni allenatore è diverso, ognuno è diverso. Ognuno vede il calcio in maniera diversa, puoi imparare e crescere da ognuno di loro per diventare un giocatore forte. Spero d'averlo fatto, è difficile spiegare la differenza tra ognuno. Ho avuto allenatori molto bravi, da ognuno potevo crescere". 

DA AVVERSARIO - "Cosa mi colpiva? Erano sempre partite speciali. Anche qui quando giochi alla Juve hai tante partite importanti. Credo anche che non solo il primo e l'ultimo giocatore a vestire le due maglie. Ora gioco alla Juve ed è quello che conta".

MARSIGLIA - "Alla fine del campionato volevo restare al Marsiglia, pensavo ci fosse un buon progetto. Dopo le cose sono cambiate, è andato via il mister, sono arrivati nuovi giocatori. Era una grande opportunità di giocare e ho fatto questa scelta".

LEWA-VLAHOVIC - "Difficile paragonare il giocatore. Dusan è molto giovane, è forte. Lewandowski è in un altro momento della carriera. Sono tutti e due forti, gli attaccanti parlano tanto con i numeri. Dusan può migliorare ancora tantissimo, ha 22 anni e può fare meglio. Ha un grande futuro. Lewa ne ha 34, è difficile fare il paragone".

PRIMI GIORNI - "Con Tek ci conosciamo dai tempi della nazionale, da tanto tempo, da quando sono arrivato l'atmosfera è buona, davvero buona. Sicuramente l'infrastruttura qui alla Juve è incredibile. Stadio, campi, centro sportivo: qui non devi pensare a niente, solo giocare a calcio. C'è tutto organizzato e tanti lavorano per la squadra. Non ti manca niente".