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Del buon lavoro fatto dalla Juventus con i giovani nelle ultime due stagioni abbiamo sempre detto un gran bene. Un po' per strategia (la famosa 'seconda squadra', ora ribattezzata Next Gen, che la Juve è l'unica in Italia ad avere, sta dando i suoi frutti) e un po' per necessità (i tanti infortuni hanno 'obbligato' Allegri a puntare sui giovani), fatto sta che, a differenza di tanti altri club, la squadra bianconera ora è una buona vetrina per chi vuole affermarsi nel calcio ad alti livelli. Lo spazio e le occasioni ci sono. 

Le occasioni però bisogna saperle anche cogliere al volo, e farle fruttare, perché poi magari nel calcio, così come nella vita in generale, non si ripresentano più. E' quindi il caso di soffermarsi a riflettere, in questa travagliata stagione della Juve, sul 'se' e sul 'come' i giovani impiegati stiano facendo tesoro di queste occasioni. E sulle possibilità, per loro, di meritarsi davvero un futuro in bianconero. Lo diciamo perché, alla luce di quanto visto in quesi ultimi mesi, a fronte di qualche grande prestazione (come quella di Fagioli in Inter-Juve 0-1 del 19 marzo), abbiamo visto anche tante occasioni mancate, e tanti errori, anche gravi. Pensiamo ad esempio agli errori dello stesso Fagioli contro Lazio e Sassuolo, o a quello clamoroso di Soulé ieri contro il Bologna.

Il dubbio è questo. I campioni si vedono subito e le occasioni le colgono al volo. Pensiamo ad esempio al primo Del Piero, o al primo Pogba. Quelli che non si manifestano subito e che le occasioni, quando arrivano, non sempre le colgono, c'è il rischio che campioni non siano. E che siano, tutt'al più, e bene che vada, 'solo' buoni giocatori. La Juve ha davvero bisogno di loro per il suo futuro?

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