17
Tutte le sconfitte  bruciano, ma esistono modi differenti di subirle. Quella patita dalla Juventus, ieri sera, contro il Chelsea fa parte della categoria inaccettabili e inammissibili per come si è sviluppata e per come è finita. Al di là delle quattro reti che li hanno letteralmente sepolti, i giocatori bianconeri praticamente non hanno mai partecipato alla gara e, nel secondo tempo, addirittura sembravano essere rimasti negli spogliatoi. Una vergogna biblica che giustificava ampiamente le “ola” e gli sfottò del pubblico londinese e che imponeva ai tifosi italiani una mortificazione assolutamente immeritata.

Le giustificazioni addotte dai diretti interessati a fine gara hanno addirittura accresciuto il senso di disagio e il sospetto della presa in giro. Lo stesso Massimiliano Allegri, persona fornita di una discreta moralità e di buon senso del dovere, è miseramente scivolato su di una frase che mai avrebbe dovuto dire “Primi o secondi non è importante. Ci siamo qualificati e basta. Per questo ho fatto i complimenti ai ragazzi”. Trattandosi di Juventus, con tutto ciò che comporta la sua tradizione, il discorso è perlomeno demenziale o comunque anti storico.

L’alibi principale per motivare la clamorosa dèbacle è quello della stanchezza fisica e mentale di un gruppo che in campionato s è appena timidamente ripreso dopo un avvio sconcertante. Lavorare stanca, è cosa nota a tutti, ma in questo caso il teorema non regge. A parte che il Chelsea aveva sulle spalle il medesimo carico di fatica dei bianconeri, un conto è lottare e rimanere senza fiato un altro stare lì a fare le belle statuine in mezzo al campo.

Ora arriverà l’Atalanta di Gasperini, un allenatore il quale non ammette deroghe sul piano del lavoro e dell’impegno. Qualcuno, per la Juve, invoca un ritiro coatto fino al giorno della partita. Secondo me, visto l’andazzo dei signorini, lascerebbe il tempo che trova. La sola arma che i giocatori temono e soffrono è quella che va a toccare il loro conto in banca.

Ebbene, come accade per tutti i lavoratori di questo mondo, se non ti presenti al tuo posto e non hai giustificazioni per motivare l’assenza vieni punito economicamente. Un mese di taglio sullo stipendio da evolvere in beneficenza ai tantissimi che ne hanno bisogno sarebbe moralmente e praticamente gesto onesto per la Juventus. Per tutti. Anche per Allegri, Nedved e lo stesso Andrea Agnelli. Le scuse, questa volta, non bastano.