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Miralem Pjanic respira, platealmente, con gli occhi che parlano, carichi e allo stesso tempo tesi. Inizia così il video con cui il centrocampista bosniaco saluta il mondo Juve. Poi i gol, in maglia bianconera, e l’esultanza con il pollice in bocca. Le punizioni, tante, bellissime, pennellate. Il figlio Edin, che Torino ha quasi adottato. E due braccia che esultano.

Da oggi, infatti, è ufficiale: Pjanic lascerà la Juve al termine della stagione. Andrà al Barcellona, in un’operazione che consentirà al club bianconero di registrare una plusvalenza netta di 41,8 milioni. Una cifra enorme. E poi arriva Arthur, un colpaccio. Ma nonostante tutto, c’è un filo di tristezza, un vento fresco che pizzica il collo, nonostante il caldo afoso che stritola Torino. Una sensazione d’addio, non è mai bello salutarsi per sempre. L’ineluttabilità non va d’accordo con la serenità. 

Pjanic ha dato tanto alla Juve: 13.174 minuti in campo, col bianconero addosso, che fanno in totale 171 presenze, 22 gol e 36 assist. Numeri che parlano da soli, ma che esprimono solo in parte il contribuito dato dal bosniaco alla causa bianconera. Con Pjanic la Juve è cresciuta, ha vinto quasi tutto, arrivando ad un passo dall’agognata Champions. Certo, il suo rendimento negli ultimi mesi è calato, ma non l’impegno, quello mai. 

E’ vero, Pjanic ha 30 anni, Arthur molti meno ed è davvero un gran centrocampista. Dovrebbe esserci solo felicità in questo momento, ma il messaggio di Miralem ci ha emozionati, ci ha fatto ricordare i valori della Juventus, di un gruppo di ragazzi che lavora e lotta per i tifosi, per regalare e regalami emozioni. Ci ha fatto credere che sì, è ancora possibile innamorarsi, sposare un progetto, un’idea, un’ambizione. “Se c’è una cosa che ho imparato - ha scritto Pjanic - è che non esiste un tempo minimo per innamorarsi. Alla fine è molto semplice: indossa questa maglia come una seconda pelle, dai sempre tutto e, non sbaglierai mai. Perché quello che oggi ti sembra così triste, da domani sarà uno splendido ricordo che porterai nel cuore per tutta la vita”. Hai ragione, Miralem. Tu e la tua famiglia (con il piccolo Edin) resterete bianconeri per sempre. Grazie, anche per questo saluto da professionista innamorato. Non sempre gli addi contano. Conta quello che c’è stato.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Respira Mire, questo è il ritornello che mi ripeto nella mente, nei momenti decisivi di una partita. Ed è quello che continuo a ripetermi ora, mentre provo a scrivere quello che sto provando in questo momento. Sono arrivato quattro anni fa per provare a vincere tutto. Perché anche quando non ci riesci, questo è ciò che deve provare a fare sempre un calciatore della @Juventus. Sono stati 4 anni intensi, vissuti al fianco di grandi professionisti ma soprattutto di amici veri, con i quali ho condiviso vittorie e record, ma anche amare sconfitte ad un passo dal traguardo. Sono stati anni in cui sono maturato come uomo e come padre. Questa è la città dove Edin è cresciuto, diventando il primo tifoso di questa squadra, e dove con la mia famiglia abbiamo costruito i più bei ricordi della nostra vita. Penso che non si dica mai a sufficienza grazie, e quindi: Grazie alla Famiglia Agnelli Grazie a tutti i compagni che hanno condiviso con me questo percorso Grazie a tutti i dipendenti ed i membri dello staff, che mi hanno aiutato a crescere Grazie ai tifosi che ogni giorno mi hanno fatto sentire speciale. Perché se c’è una cosa che ho imparato, è che non esiste un tempo minimo per innamorarsi. Alla fine è molto semplice: indossa questa maglia come una seconda pelle, dai sempre tutto e, non sbaglierai mai. Ora però abbiamo poco tempo da perdere e molto da andare a vincere fino al termine delle stagione. E quindi respira Mire, Perché quello che oggi ti sembra così triste, da domani sarà uno splendido ricordo che porterai nel cuore per tutta la vita. Miralem #FinoAllaFine

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