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Visto nell’Under 21, nella splendida partita che gli azzurrini hanno perso contro un’Inghilterra fortissima, Moise Kean è sembrato un attaccante a momenti devastante. Potente, veloce, abile a smarcarsi, anche tecnico. Insomma, pronto per confrontarsi con la Serie A molto più di quanto non lo siano tanti giocatori più esperti e maturi, ma nemmeno paragonabili a lui per qualità e potenza.

Il giovanotto, classe 2000, nella Juve non gioca mai. Facile capirne il motivo: da Ronaldo in giù, quella bianconera è una squadra che in attacco ha una quantità di scelte di primissimo piano che probabilmente non ha eguali nel mondo. Altrove, invece, troverebbe di sicuro spazio: potrebbe crescere e maturare oltre che rendersi utile alla sua squadra.

La Juve lo ha tenuto nel gruppo di Allegri perché non ha trovato un “parcheggio” adeguato in estate; una soluzione che andasse bene al club, al ragazzo e ovviamente al suo procuratore, che risponde al nome di Mino Raiola. Forse a Kean è stato anche utile lavorare assieme ad Allegri e Ronaldo in questi mesi, tant’è vero che appare decisamente cresciuto rispetto alle ultime apparizioni, ma è evidente che non può tenerlo ancora a Torino: rischierebbe di frenarne l'esplosione.

A gennaio, insomma, Kean deve lasciare assolutamente la Juve. La soluzione ideale sarebbe una buona squadra di Serie A, che non ha l’ansia di doversi salvare e può sfruttarne le doti con la necessaria serenità: sarebbe probabilmente la soluzione migliore per pesarlo e valutarlo. Ma se non gioca mai, come si accorgono i bianconeri se hanno in mano un ragazzo esuberante però immaturo oppure un talento già pronto?

@steagresti