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Il centrocampo della Juve alla fine della stagione sarà da rifare quasi per intero. Perché quasi certamente perderà il suo fulcro, il suo cervello e i suoi piedi delicati: Pjanic, destinato al Barcellona. Perché si cercherà in tutti i modi di far fuori Rabiot, non tanto per gli ultimi discutibili comportamenti (sarà l’ultimo straniero a rientrare a Torino, fatto salvo Higuain) quanto per il rendimento e l’atteggiamento avuti nel corso della stagione: lo vorrebbero in Premier, Paratici spera che qualche club inglese affondi davvero il colpo. E infine perché almeno altri due bianconeri in quel reparto potrebbero andarsene: Khedira e Ramsey piacciono ma non sono affidabili sul piano fisico, Matuidi verrà ceduto di fronte a un’offerta adeguata.

Fatti due conti, l’unico sicuro di rimanere è Bentancur che Sarri ha provato anche regista, ma che funziona meglio da interno. Non a caso in mezzo, come nuovo Pjanic, si pensa con insistenza a Jorginho, l’uomo guida del Napoli e del Chelsea guidati dal tecnico toscano: in Premier ha vissuto la sua consacrazione, l’idea di prendere in mano il centrocampo della Juve - oltre a quello della nazionale italiana - lo stimola.

Aspetto fondamentale: tutti i centrocampisti in partenza hanno ingaggi elevatissimi (e qualcuno di loro pure una notevole valutazione di mercato, al netto dell’effetto coronavirus sui costi dei cartellini). Questo significa che la Juve, nel caso in cui ne partissero tre o quattro, potrebbe anche investire su almeno un sostituto dallo stipendio rilevante, derogando in minima parte dalla nuova linea che il club bianconero sta valutando di introdurre e che prevede retribuzioni sotto gli 8-9 milioni lordi per i nuovi acquisti. L’eccezione potrebbe essere Pogba, nei confronti del quale c’è un corteggiamento reciproco ormai da lungo tempo. Altre soluzioni possibili per integrare il reparto: Arthur nell’ambito dell’affare Pjanic, Aouar, Tonali, magari Castrovilli.

Ringiovanire, risparmiare, italianizzare. La linea è questa, almeno in mezzo al campo.

@steagresti