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La Juventus è in difficoltà. Come mai dall'inizio della stagione, una sconfitta ha gettato un'ombra oscura sulla squadra: più che a Napoli, il flop del Bentegodi ha reso evidenti tutti i problemi, sia strutturali sia tattici della Juventus di Maurizio Sarri. Una squadra portata in campo sì dal tecnico toscano, ma allestita nei fatti da Fabio Paratici. Così, sul banco degli imputati, ci finiscono entrambi, anche se le responsabilità sono differenti. Da una parte, c'è una questione tecnica, dalla di programmazione e specialmente di mercato; gli errori dell'uno e dell'altro pesano, ma quali di più?

SARRI - L'allenatore è sempre il primo a rischiare, quando le cose non funzionano. Una sconfitta non fa di certo esonero, ma le attenzioni sul suo lavoro, d'ora in poi, saranno massime. Così, quel tempo che è stato richiesto, di attesa naturalmente, prima che si intravedessero le tracce del suo gioco, si sta rapidamente esaurendo. La stagione entra nel clou e Sarri, pur con una rosa di livello, sta facendo fatica a farsi accettare dai giocatori. Le motivazioni che sembrano mancare sono peggio degli errori sugli schemi, Sarri dovrà entrare nella testa dei calciatori, prima che salire in cattedra per le lezioni. Finora, però, non sembra esserci riuscito ed il gioco della Juventus evidenzia tutte queste lacune. 

PARATICI - Per quanto riguarda l'aspetto dirigenziale, la Juventus paga ad oggi qualche scelta presa forse a cuor leggero. Tipo quella di lasciare a Sarri, completamente diverso da Allegri, una squadra poco improntata sul suo stile di gioco. I nuovi arrivi poi, De Ligt escluso, sono stati aggiunte che non hanno portato valore, specialmente a centrocampo dove il ricambio era quasi obbligatorio. Invece, è stato ceduto Emre Can, il più giovane della combriccola allegriana lì in mezzo (escluso Bentancur, che vale per tutte le stagioni), ma ancor peggio non sono stati presi rinforzi di livello sulle corsie laterali difensive. Cuadrado sta facendo il terzino da settembre, e su questo può poco anche Sarri. 

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