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Alla fine, nonostante tutto, il titolo in Borsa della Juve non è crollato. Calciomercato.com ne ha parlato con un esperto, A.R., provando a fare chiarezza anche sulle strategie di John Elkann per il futuro. 

PROGRAMMI - "Vedo che da nessuna parte sono esplicitate quelle che possono essere le strategie future, a livello di azioni quotate in Borsa. Le ripercussioni e le ipotesi, le possibilità nei prossimi mesi, la strategia del nuovo corso sono tematiche da prendere ampiamente in considerazione. Ora la Juve vale praticamente la metà rispetto al Milan, come valori di mercato, per le cose che sono successe".

MA NIENTE CROLLO... - "Sulla base delle sedute borsistiche, il giorno dopo le dimissioni dell'intero CdA il titolo ha aperto a -8/-9, per poi chiudere a -2. Tra ieri e oggi si è stabilizzato tra il -1,5 e il -1. Nonostante le penalizzazioni, il deferimento, le ipotesi catastrofiche, il titolo resta stabile e regge. Il motivo? Ci sono due ipotesi. O John Elkann sonda il mercato, trova un fondo, stile Red Bird o i tanti fondi americani che sono interessati anche a diversi club italiani, come Napoli, Sampdoria, eccetera, che possa comprare la Juventus. Il prezzo, nonostante i problemi di bilancio, ma con lo stadio di proprietà, non può essere inferiore a quello del Milan. Senza contare che come storia e trofei la Juve è la prima squadra italiana e anche la rosa non ha niente da invidiare, dal punto di vista delle quotazioni dei giocatori, ai rossoneri".

IPOTESI CESSIONE - "Potrebbe chiedere almeno 1,3 miliardi, la stessa cifra del Milan, con diversi fondi, USA o arabi, che si getterebbero nella mischia. Il prezzo del club bianconero, con Elkann che detiene tramite Exor il 70% delle azioni, potrebbe aggirarsi appunto attorno a quel valore: un'offerta da 1.3 miliardi sarebbe possibile grazie al titolo che vale 700 milioni e con la Juve che vedrebbe raddoppiato il valore in Borsa da 0.25 a 0.50".

SECONDA IPOTESI - "Elkann detiene il 70% tramite Exor e potrebbe riservarsi di non cedere questa percentuale, o perché non trova nessuno che compra o perché la storia ormai centennale della sua famiglia alla guida della Juve lo porta ad andare avanti. A quel punto potrebbe decidere di comprare il restante 30%, tramite il lancio di un'OPA, un'offerta pubblica di acquisto, per quanto riguarda le azioni dei singoli azionisti che sono sul mercato. Chiaramente dovrà offrire un prezzo più alto rispetto allo 0.25 di ogni singola azione, ad esempio 0.40. Non sarebbe equiparabile all'offerta di un fondo, ma si tratterebbe comunque di una cifra alta. Così diventerebbe proprietario di tutte le azioni della Juve a prezzo competitivo, con un premio del 30% per gli azionisti e la Juve valutata un miliardo. Dopodiché potrebbe trovare qualcuno che ne offre 1.5 per rilevare la società, uscendo dal mercato borsistico ed evitando di conseguenza i controlli Consob, le trimestrali e tutta la trasparenza che attualmente deve dimostrare".