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Quello di Allegri non sembra uno dei grandi ritorni del passato. Non è paragonabile a quelli di Trapattoni o Lippi, i quali tornarono da allenatori in una società che aveva sì necessità di riscatto, ma che non si poteva dire costretta all’ austerità (dai propri conti, dal contesto generale, da un impoverimento oggettivo del calcio italiano).

La Juventus, alla pari di altre squadre, non naviga in buone acque. Come l’Inter, comunque quest’anno vincente in Italia, se non un ridimensionamento deve affrontare un contenimento: di spese e forse anche di obiettivi. Psicologicamente può essere un vantaggio non partire, come troppo spesso le è accaduto nel recente passato, da testa di serie in Champions, con le tonnellate del fatidico “anno buono” sulle spalle. Non avrà il vento in poppa e sarà costretta alla bolina. Quanto stretta si vedrà.

Allegri torna sulla barca non più da capitano, bensì da comandante. Sarà un allenatore manager, che sceglierà rotta e equipaggio. La scelta di promuovere Cherubini, un buon terzo, a primo, dice questo: resta secondo perché il primo è Allegri a cui è stata data in mano la chiave della squadra. Dovrà far quadrare conti e gioco, assetto e risultati, tenendo insieme tutto. Manager, appunto, un ruolo raro, rarissimo in Italia, che in pochi possono garantire non solo nella Juve, ma anche in altre compagini.

Gli obiettivi: far tornare competitiva la squadra almeno in campionato, dimenticando innovazione, bel gioco, esperimenti. Competitiva e basta. Come? Prima di tutto utilizzando al meglio quel che c’è, da Chiesa a Kulusevski, da McKennie a Cuadrado. Anche Dybala, forse incontrandosi a metà strada sull’ingaggio. Ci vorrebbe un centravanti, però spendere non si può e al massimo si punterà su un uomo d’esperienza da alternare a Morata. Fosse per lui, Ronaldo dovrebbe partire, ma anche le altre partenze auspicabili (Ramsey e Rabiot) sono bloccate per via degli alti ingaggi.

Allegri allenatore vorrebbe chiedere al manager un grande smistatore di centrocampo, incontrista e suggeritore, ma il manager Allegri gli risponde “no”, a meno che qualcuno non paghi profumatamente Arthur, possibilità remota. Resta la possibilità di un discreto Locatelli, che però avrebbe bisogno d’un giocatore dinamico accanto come, per esempio, Rovella. Proprio Rovella, però, dovrebbe essere parte del pagamento al Sassuolo in cambio del suo centrocampista. Comunque la si veda, la coperta appare sempre un po’ troppo corta o la tessera del puzzle non si trova. E questo per limitarci ad attacco e centrocampo, perché la difesa è un'altra storia. Con la stessa coperta, però.