LA GIORNATA - Il confronto tra le parti c'è stato ed è arrivato domenica sera dopo la sconfitta atroce con il Benevento, è stato invece smentito l'incontro tra i massimi vertici questa mattina: alla Continassa c'era attività, sì, ma tutto già programmato. Il punto è stato veloce, i ragionamenti saranno lenti e si prenderanno tutto il tempo necessario. A gran voce va però ribadito: in questo momento, Andrea Pirlo non è a un passo dal licenziamento. Avrà ancora possibilità, vivrà le settimane di aprile come un esame dietro l'altro. Se sarà all'altezza di una promozione, lo scopriremo solo strada facendo e partite vedendo. Rispetto all'immediato passato, però, c'è una grossa differenza: la sua posizione si è naturalmente modificata. E solo la qualificazione - senza patemi - in Champions League con un'eventuale vittoria di Coppa Italia potrebbero concedergli il beneficio di una stagione di transizione, magari il pass per un altro anno di occasioni.
TRE PARTITE FONDAMENTALI - Per dirla in gergo societario: Torino, Napoli e Genoa sono il futuro della Juventus. Gare nelle quali la squadra dovrà dimostrare di poter guarire dalle difficoltà palesate continuamente in tutta la stagione. Gare nelle quali Pirlo in primis dovrà trovare soluzioni idonee e più congeniali, per finire non bene: ma alla grande. Altrimenti? Rischia di saltare il banco. Tra soluzioni interne (Igor Tudor) e nomi romantici e concreti. Il sorriso di Allegri a domanda diretta su un possibile ritorno ha scaldato parecchio gli animi dei tifosi. Ma lasciarsi trascinare non è proprio un attimo: Pirlo ha ancora tempo per ribadirsi al centro del progetto.