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La Juventus ritiene sproporzionata la sentenza che gli è stata afflitta dalla Corte d'appello FIGC rispetto alla realtà dei fatti e per questo ha deciso di fare ricorso al collegio di garanzia del CONI, che potrà o mantenere la stessa pena o annullare tutto. Per capire come si muoverà la difesa, il club bianconero dovrà chiaramente leggere le motivazioni che hanno portato alla penalizzazione di 15 punti (arriveranno entro 10 giorni dalla sentenza). C'è però già una strada sul quale si muoveranno gli avvocati della Juve e che riguarda direttamente il procuratore Giuseppe Chiné.

In particolare, sotto la lente d'ingrandimento ci sono le tempistiche per l'avvio della richiesta di revocazione che ha poi portato alla sanzione. Questo sarà il punto cruciale che metterà in ballo la Juventus. Come riporta Repubblica infatti, per i legali bianconeri la Procura avrebbe ecceduto i termini per presentare la richiesta di revocazione.  Il codice di giustizia sportiva prescrive il termine di 30 giorni dalla notizia di fatti nuovi e Chiné l'ha firmata il 22 dicembre,  dopo che aveva ricevuto gli atti dalla Procura di Torino nel pomeriggio del 24 novembre. Stando a queste tempistiche tutto sarebbe quindi stato fatto correttamente ma la Juve non è d'accordo.

A Torino infatti, ritengono che la richiesta della procura della Federcalcio ai pm fosse partita già il 27 ottobre, 3 giorni dopo la chiusura indagini. Agli atti la richiesta della Procura federale risulta effettivamente depositata in cancelleria il 24 novembre: eppure riporta la data originaria, 27 ottobre. Se la Juventus avesse ragione su questo punto, tutto potrebbe cambiare ma toccherà al Collegio del Coni prendere una decisione in merito a questo e alle altre richieste bianconere