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L'udienza che ha portato alla penalizzazione di 10 punti per la Juventus, oltre al proscioglimento dei sette dirigenti coinvolti, tra cui Pavel Nedved, è durata circa tre ore. Tutto è iniziato alle 10 e il dibattimento si è concluso all'ora di pranzo. Da lì, la Corte Federale d'Appello si è riunita in camera di consiglio fino alla decisione finale, pubblicata poco dopo le 20. A prendere parola per primo è stato il procuratore, Giuseppe Chiné, che come sappiamo aveva chiesto 11 punti di penalizzazione per mettere la Juve, nuovamente, dietro la Roma, come aveva fatto nel processo tenutosi a gennaio. 

IL PIANO A - Poi la difesa del club e dei dirigenti affidata all'avvocato Bellacosa,  Flavia Tortorella e Sangiorgio. I legali bianconeri, come racconta la Gazzetta dello Sport, avevano chiesto il proscioglimento totale in assenza di una sentenza penale. Una richiesta che però dopo la conferma della squalifica per Agnelli, Cherubini, Paratici ed Arrivabene era improbabile. 

IL PIANO B - Ecco allora che in "estremo subordine" è venuto fuori il piano B della Juve, ovvero una penalizzazione fortemente ridotta rispetto al -15 iniziale e agli 11 punti chiesti da Chiné. Vale a dire una sanzione di 5 punti che avrebbe portato il club a perdere 1-2 posizioni in classifica, con conseguente danno economico per i premi derivanti dal campionato e dalla fetta dei diritti tv. Una penalizzazione che non avrebbe avuto conseguenze sulla partecipazione alla prossima Champions League.