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Il problema principale della Juventus è il centrocampo. Ormai è cosa nota, pur paradossale: Andrea Pirlo era il totem della terra di mezzo bianconera quando il centrocampo era il cuore pulsante della Signora, ma ora non riesce ad insegnare ai suoi come farlo grande. Il suo centrocampo fece la finale di Champions League 2014-15 e conquistò tutti: c'era il Maestro in cabina di regia, poi Marchisio e Pogba come mezz'ali e Vidal sulla trequarti. C'era Allegri in panchina, che sfrutto al massimo le loro caratteristiche e scelse il modulo in base a loro. Forti, fortissimi. Quel centrocampo aveva davvero tutto: interdizione, corsa, inserimenti, gol, tiri da fuori, colpo di testa. Come ricorda la Gazzetta, è difficile trovare una simile alchimia, sospirano ancora oggi alla Continassa, così come sarebbe ingeneroso fare confronti tra i singoli, però è un’evidenza come col trascorrere degli anni la Juventus abbia perso terreno in mezzo. E da anni è un problema, con anche tanti infortuni a togliere qualità e continuità al reparto. Sembrava aver trovato la chiave, ma senza Arthur tutto cambia.

COSA MANCA - Inter e Porto hanno dato il colpo di grazia e certificato come Bentancur non possa essere il regista ideale. Come scrive la Gazzetta, "Pirlo era un leader tecnico ed era circondato da compagni dalla spiccata personalità. Alla Juve di oggi manca un punto di riferimento, Arthur lo stava diventando ma il suo stop ha complicato i piani. Allegri arrivò in finale di Coppa anche perché aveva il genio di Pirlo, la fisicità di Vidal, il talento di Pogba e le geometrie di Marchisio, la mediana di oggi è composta da discreti giocatori che però non eccellono in niente". Pirlo di rado ripropone lo stesso centrocampo per due gare di fila, perché l'equilibrio non c'è e gli infortuni condizionano. L’altro problema è il gol dal centrocampo: mancano. Tanto quelle delle mezzali, quanto quelli del regista, tra punizioni e conclusioni da fuori area.