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Merih Demiral è un piccolo, grande mistero. E’ stato dipinto come una specie di fenomeno: in estate il suo acquisto da parte della Juve - per 18 milioni, non pochi - è stato celebrato come un grande colpo di mercato; il club bianconero ne ha chiesti immediatamente 40 al Milan per girarglielo. E questa è la cifra di cui si parla anche oggi, quando si ipotizza la sua partenza a gennaio (tra le società interessate c’è sempre quella rossonera). Già, ma dove nasce tutta questa considerazione nei confronti del difensore turco?

Demiral in serie A ha giocato 15 partite: 14 nel Sassuolo, quasi tutte bene, anche se gli emiliani hanno vinto solo due volte e hanno incassato 21 gol (lui ne ha realizzati due, entrambi nel 4-0 al Chievo); una nella Juve, contro il Verona, decisamente male. Sarri non si fida di lui, tant’è vero che lo ha retrocesso all’ultimo posto nelle gerarchie dei difensori centrali bianconeri: se Bonucci è intoccabile e De Ligt ha preso il posto di Chiellini, la prima alternativa ai titolari è diventata Rugani. Sta invece giocando con continuità nella Turchia, qualificata all’Europeo dell’anno prossimo, ma non può essere sufficiente questo a renderlo affidabile per il nostro campionato e soprattutto per una grande squadra: c’è bisogno di molto di più.

Non stiamo sostenendo che Demiral non possa diventare un difensore buono, eccellente o magari straordinario. Ci stiamo però chiedendo come sia possibile che la sua valutazione sia così elevata benché non giochi mai. Il paradosso è proprio questo: pagato 18 milioni, bocciato da Sarri, mai impiegato nella Juve, viene valutato il doppio rispetto a quando è stato acquistato. Un piccolo, grande mistero.

@steagresti