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I due volti, gli alti e i bassi, la Juve che giganteggia e poi soffre. Che va avanti di due reti, che si fa rimontare, che esce dalle sabbie mobili della propria inconcludenza con il guizzo sbarazzino di Rafia. Un altro alla prima e senza paura, in una serata dispenser di brividi probabilmente a vita. E' lui a regalare i quarti di finale di Coppa Italia, scontati solo per i primi venti minuti.

Poco prima della mezz'ora, i bianconeri escono infatti di scena e lasciano campo, spazio, fiducia al Genoa, bravo ad approfittarne e a non mollare sul doppio svantaggio. E l'immagine del match sarà certamente il sorriso del '99 ex Lione, bravo a cambiare la partita e ad accumulare un po' di guizzi prima di quello decisivo, ma è soprattutto la difficoltà mentale della squadra, vittima di cali e discontinuità, ormai tipici e apparentemente senza cura adeguata.

Nella creazione del 3-2 finale, Pirlo ha dovuto ricorrere all'artiglieria pesante, da Bonucci a Ronaldo, da Danilo a un Morata versione centoventi minuti. Verso l'Inter, non è la risposta che ci si aspettava. Neanche un po'. 

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