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Delusione, amarezza, tristezza, sconforto. Sono tante le emozioni all’indomani dell’eliminazione dalla Champions League, cocente per come è avvenuta, demoralizzante essendo la seconda consecutiva agli ottavi della competizione. Da Agnelli a Pirlo passando per Ronaldo, sono tante le critiche ed i nodi venuto al pettine allo scadere dei 120’ contro il Porto, sconfitto inutilmente per 3-2. Siamo agli albori di un nuovo ciclo, purtroppo partito col piede sbagliato, che comunque deve interfacciarsi con la continuità economica del club. Perché a questo tripudio di sensazioni viaggia parallelamente la preoccupazione sulle finanze del club. Infatti, un fallimento sportivo ha ripercussioni certe sul piano economico, dove il dio denaro sorveglia tiranno anche durante il Covid.

SEMSTRALE - Partiamo da un documento, la Relazione Finanziaria Semestrale pubblicata il 25 febbraio scorso, che ha evidenziato un dato allarmante, ovvero le perdite del periodo in questione pari a 113,7 milioni di euro. Un fuoco, alimentato dalla pandemia che ha generato un impatto negativo sui ricavi del club, quantificato in 50 milioni.

MANCATI INTROITI DELLA CHAMPIONS - Un potenziale estintore per domare parte delle fiamme poteva essere il cammino in Champions League, che nel suo percorso avrebbe portato altro denaro fresco nelle casse della Vecchia Signora, oltre ai 67,4 milioni raccolti grazie alla fase a gironi. Scenario bruscamente cancellato ieri sera, con conseguenti perdite. Se la Juve fosse passata ai quarti avrebbe guadagnato 10,5 milioni di euro, più altri 12,5 in caso di semifinale, altri 15 per la finale ed un bonus di 4 milioni per l’eventuale vittoria. In totale fanno 42 milioni di potenziale guadagno mancato, per quello che è l’obiettivo numero uno da diversi anni a questa parte, ad oggi ancora un tabù.

BORSA E RONALDO - Inoltre bisogna considerare un altro fattore, ovvero la Borsa. La Juve è una società quotata, il cui titolo risente degli avvenimenti del mondo bianconero, tra cui, ovviamente, quelli sportivi. Come è successo oggi in apertura a Piazza Affari, dove l’uscita dalla Champions ha fatto registrare un -6,5% del titolo. Crollo in Borsa dunque, quella che Cristiano Ronaldo fece volare al suo sbarco a Torino. Lui che ieri è stato il grande desaparecido allo Stadium, segnando il fallimento economico di un progetto iniziato nell’estate del 2018. Stiamo parlando di un’azienda nell’azienda, che a benefici di immagine e marchio alterna costi giganteschi. Fu pagato 115,5 milioni di euro, mentre all’anno percepisce uno stipendio lordo di 57,3 milioni fino al 2022. Una montagna di soldi, che hanno portato solo ad un quarto di finale negli ultimi tre anni e ad un effetto boomerang sul piano dell’appeal.