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Gli ultimi due allenatori della Juventus, Sarri e Allegri, sono accomunati da una situazione chiara: entrambi sono senza panchina. Uno ancora sotto contratto con la Juve, l'altro ormai senza da qualche mese, eppure nessuno dei due ha trovato un nuovo accordo dopo l'esperienza in bianconero. Motivi diversi, storie diverse, ma un fatto in comune. Sarri sembra non avere più tanta fretta di risolvere il contratto con la Juventus. Il motivo? All'accelerazione della trattativa, avvenuta a metà ottobre, è seguita un'altra fase di stallo totale: quando le voci dell'esonero di Iachini si sono moltiplicate e la porta Fiorentina si è spalancata, la fretta di andare avanti c'era, anche da parte di Sarri. Avrebbe voluto allenare la Fiorentina, ma prima doveva risolvere le sue pendenze con la Juve. Poi Commisso ha scelto Prandelli e tutto è tornato in stallo, almeno fino a giugno, quando il contratto del neo allenatore scadrà e la Fiorentina potrà scegliere se  ingaggiare Sarri, al quale effettivamente serve sempre almeno un'estate per impostare il suo progetto tattico in modo compiuto. A quel punto, ricorda Tuttosport, fra la Juventus e Sarri esisterebbe solo una pendenza: i 2,5 milioni di euro della clausola per il mancato rinnovo del terzo anno, perché l'anno in corso sarebbe concluso e pagato. Una risoluzione più semplice e un anno intero ben pagato, così Sarri non ha più fretta. 

L'ALTRO EX - E Allegri? Allegri non è più legato, se non per affetto, alla Juventus. E quindi è libero di firmare con chi preferisce, però dopo l'anno sabbatico aspetta ancora l'occasione al top. Il Psg è sempre in pole, ma Tuchel resta ancora sulla panchina del club di Parigi, e allora altre strade si aprono davanti a lui. Il flop, al momento, di Antonio Conte all'Inter tiene vivo anche lo scenario nerazzurro, nonostante il problema di esonerare l'ex Juve e pagare tre tecnici in contemporanea (Spalletti, Conte e Allegri). Ma c'è una certezza: qualora accadesse qualcosa di imperscrutabile ad oggi, la scelta ricadrebbe quasi certamente su Allegri, che sarebbe felicissimo di poter tornare a lavorare con Marotta, a Milano e vicino ai suoi affetti.