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Il crollo della Juventus in Borsa ha causato un rumore sordo che riecheggia ancora oggi nell'aria. Una giornata chiusa a -4,7%, con il picco di -8% che aveva bloccato temporaneamente le vendite del titolo. Insomma, alla prima occasione utile dopo la presentazione del bilancio 2018-2019, la Borsa ha dato il suo responso su quanto approvato dal Consiglio di Amministrazione. Un responso negativo, che ha tre motivazioni alla base che spiegano il perché di questo brusco rallentamento sul mercato delle azioni. I risultati del bilancio in primis, a cui si è aggiunta la notizia di un aumento di capitale (sempre nella giornata di venerdì) sono le cause più facili da intravedere, ma c'è anche una terza motivazione legata al valore del titolo. Oggi, un'azione Juve vale 1.60, tre anni fa appena 0.25 ed è naturale che gli investitori vendano per prendere liquidità e per presa di profitto. 

Tutte queste tre componenti sono collegate tra loro. Innanzitutto, il primo dato che non ha entusiasmato a Piazza Affari riguarda la voce ricavi. Certamente sono aumentati, ma il segno + messo a registro dalla Juventus ha disatteso le aspettative: parliamo pur sempre di una società che ha quintuplicato il valore del suo titolo, pertanto ci si aspettava un incremento adeguato a questi numeri, che non è arrivato, malgrado Cristiano Ronaldo (494,4 milioni, contro i 410 dell'anno precedente). Sono sempre gli azionisti a preoccuparsi, anche per quanto concerne il discorso aumento di capitale: i soldi non li verserebbe solo Exor, ma anche i piccoli investitori. Non tutti, infatti, sono disposti a subire una diluizione di capitale e chi non vuole rimetterci soldi oggi, semplicemente vende una parte di azioni per poi sottoscrivere a prezzi inferiori quando verrà fatta, effettivamente, la ricapitalizzazione accennata. Insomma, un pizzico di speculazioni che rendono la Borsa... la Borsa. Oggi vendono a 1.60, un domani potrebbero ricomprare a 1.10: quel 30% è la forbice dei loro guadagni di domani e dei crolli del titolo di ieri - e anche di oggi, la flessione è sempre in agguato.