LA STRANA RINCORSA - Sì, perché l'ultimissimo Cristiano è stato l'ultimo Ronaldo. E cioè: non ne beccava mezza, mal supportato dalla squadra e poco coinvolto dalle spinte sugli esterni. Per carità, pure lui faticava terribilmente ad accentrarsi, ad attaccare la profondità. A dare semplicemente una traccia offensiva a una squadra costantemente ingolfata sugli esterni. Neanche Dybala, che pure l'ha cercato con un paio di scambi, ha saputo innescarlo e accenderlo. Gli serviva un episodio e l'ha trovato con somma soddisfazione di tutti: sui rigori è un cecchino, sul colpo di testa va premiata l'abitudine a non mollare. Dote innata che fa da coro a una qualità da primissimo della classe.
QUELL'ESULTANZA - E leader, e trascinatore, e il più arrabbiato in quell'esultanza di gruppo che non ha avuto eguali nella sua storia, neanche quando in palio c'era una Champions e non una misera qualificazione futura. Cristiano si è dovuto abbassare alle pretese di questa Juventus e non è stato facile giocare nel fango, non lo è mai se sei abituato al velluto. Ecco perché il 'sssiuu' ha dovuto far posto all'orgoglio, alla rabbia. Magari servirà a smuovere un po' quei compagni, rammolliti e stanchi, con la testa altrove e non sul pezzo. Volevate una prova di umiltà da parte di sua maestà: eccovi accontentati.