1
Il caso plusvalenze prosegue e i dipendenti (o ex) Juve hanno iniziato a rispondere alle convocazioni dei pm che cercano di chiarire i contorni della vicenda. L’indagine della magistratura ordinaria va avanti ed è seguita con interesse da quella sportiva, che entrerà in azione quando potrà avere accesso agli atti torinesi, anche se già cominciano a circolare alcune ipotesi tra gli esperti in materia, a partire dai tempi richiesti dal lavoro che attende il procuratore federale Giuseppe Chinè. È ipotizzabile che il magistrato - scrive Tuttosport - vorrà concludere la propria inchiesta entro la fine del campionato, visti anche i tempi più veloci richiesti a livello sportivo: sessanta giorni più altri sessanta in caso di proroghe. 

LE DUE PISTE - Rispetto all’indagine della magistratura ordinaria, si legge sul quotidiano, quella sportiva potrebbe sfruttare le intercettazioni per arrivare a una definizione di un possibile reato da sanzionare, perché la giustizia sportiva ha bisogno di una sorta di una “confessione” da parte di un dirigente, che ammetta di aver gonfiato le plusvalenze. Se venisse accertata una responsabilità della Juventus nella falsificazione di documenti contabili e amministrativi, questo potrebbe portare a una possibile penalizzazione: il precedente in questo caso è quello del Chievo, sanzionato con tre punti in meno, se invece fosse provato il semplice illecito amministrativo scatterebbe l’ammenda, come per Inter e Milan nel 2008, multate di 90.000 euro.

IL GIUDIZIO - Due idee, quindi, per il finale. Come scrive Tuttosport, "la prima ritiene che la Juventus potrebbe venire penalizzata in primo grado, con una progressiva attenuazione nei vari gradi di giudizio, fino ad arrivare a un possibile azzeramento al Collegio di garanzia del Coni. La seconda, invece, parla di una possibile richiesta di patteggiamento da parte della società bianconera, che porterebbe alla proposta di una forte multa da parte della Procura".