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Ieri sera Paulo Dybala è stato bersagliato sui social da un gran numero di tifosi juventini, infastiditi dalla sua esultanza alla fine del match vinto dalla sua Roma contro la Juventus, squadra nella quale la Joya ha militato per sette stagioni. Gli attacchi sono stati talmente tanti e, in alcuni casi, così smodati, che l'argentino si è sentito in dovere di intervenire, su Telegram.

"So che è difficile per voi.. lo è anche per me.. - ha scritto l'ex numero 10 bianconero -, ma oggi gioco per un’altra squadra e con altri compagni ai quale devo portare rispetto pure!! Vincere non è mai facile e per noi era importante..! Il rispetto sempre ci sarà.. non lasciatevi ingannare dei social. Non ho esultato un gol… e non sono andato in faccia a nessuno! Ho festeggiato con i miei compagni una vittoria..! Mi dispiace che la Vedete così.. vi mando un forte abbraccio a tutti! Vi voglio bene".

Una spiegazione non dovuta e anche, se vogliamo, piena di amore nei confronti della sua ex tifoseria, nonché della sua ex squadra. 

Noi siamo d'accordo con Dyabala: esultare per la vittoria della propria squadra, anche contro un club nel quale si è militato e vinto per anni, non è offensivo, ed è sempre preferibile ad un'ipocrita mancata esultanza. La pensiamo così sia per l'esultanza in occasione di una vittoria, sia per il festeggiamento di un gol realizzato contro una ex squadra. E i tifosi juventini sicuramente si ricorderanno, e avranno apprezzato, la recente bella esultanza di Gleison Bremer in occasione del del gol segnato nel derby vinto dalla Juve contro il Torino, club nel quale il difensore brasiliano ha militato per quattro stagioni.