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Un attacco stretto, a due con riporto di uno. La prima versione della Juventus di Andrea Pirlo è stata entusiasmo e verticalizzazioni, ma anche un piccolo nodo in gola: perché se tutto funzionava alla perfezione in campo, Dybala seduto in panchina sembrava starci quasi bene. Paradossale, ripensando a quanto dimostrato dall'argentino nella scorsa stagione. Eppure, più di qualcuno è pronto a sacrificarlo sull'altare dell'equilibrio. Lui, sì. Proprio il trascinatore di una stagione presa per i capelli e comunque definibile vincente. 

DOVE GIOCA? - Del resto, se la Juve cerca con così tanto affanno un centravanti, e se Pirlo ha già deciso di accentrare in parte Cristiano Ronaldo, gli spot in avanti si riducono all'osso. Dybala non solo avrà tempo e margine per recuperare perfettamente dall'infortunio, ma dovrà anche ripartire per conquistarsi un posto al fianco di CR7 e magari del nove che il mercato saprà regalare. Ma la Juve, a quel punto, sarebbe pronta a rinunciare a una livella tattica del calibro di Kulusevski? Ecco che i dubbi di Sarri diventano i dubbi di Pirlo, che come il predecessore dovrà trovare un punto fisso in uno scacchiere veloce, dinamico, senza ulteriore passo da perdere. Ad oggi, clamorosamente, spazio per il nove e il dieci non esiste. E guai a considerare il sette un problema.

IL MERCATO - Equilibri tattici e finanziari sulla lista delle cose da rispettare in casa bianconera. Con il mercato ancora aperto e un equivoco funzionale come quello della Joya, certe sorprese non sono da escludere. Mai. Al momento, tutto tace pure sul fronte rinnovo: tra richiesta e offerta ballano troppi milioni per incontrarsi a metà strada. E con le prime, probabili esclusioni, l'umorale Dybala partirebbe a cuor più leggero.