commenta
In una stagione in cui si rincorrono i rimpianti, forse uno in più non fa male raccontarselo. In un anno in cui non si contano i 'se' - se ci fossero stati tutti, se fosse entrato quel aggancio di Bremer, se la Juve fosse stata davvero Juve -, un altro, ancora uno, cambia ulteriormente la percezione di cosa sia questa squadra. Anzi: di cosa sarebbe stata se solo tutto intorno non si fosse colorato di errori e soprattutto di sfortuna. In fondo, il Paris non è poi sembrato così diverso dalla Juve, eppure in campo c'erano spazi e dimensioni opposte. Uomini totalmente differenti

AUMENTANO I RIMPIANTI - Bene. Viene naturalmente da dirselo: dov'era finita tutta questa Juve? No, il discorso non torna più sul gioco, ma rispolvera il vecchio concetto della compattezza, del gruppo, delle sensazioni che può lasciare una squadra a prescindere da quanto produce. Ecco: stasera la Juve ne ha prodotte di buone e di positive, ha più volte impensierito una squadra forse convinta di passeggiare e l'ha messa a tratti sotto, puntando tutto sull'intensità. Come? Sì, sull'intensità. Su una manovra persino fluida, con gli smarcamenti giusti e andando oltre anche gli errori tecnici, ché quelli non mancheranno mai e poi mai. E' stata una Juve consistente: a ogni strato corrispondeva qualcosa di concreto. La difesa, a parte Mbappé su Gatti, ha retto botta; il centrocampo con Locatelli e Fagioli, più un buon Rabiot, tutto sommato ha dato segnali. L'attacco meno, ed è qui che è mancata esattamente la Juventus: negli ultimi passaggi di Miretti, nelle occasioni soltanto sfiorate da Milik.

PUNTO DI PARTENZA - Questa però è la Juve. O meglio: questa però è una Juventus. E' quella d'emergenza, che non può volare sulle ali dell'entusiasmo - visto com'è cambiato tutto il contesto con l'ingresso di Chiesa? -, ma che deve farsi sporca, brutta, cattiva e comunque funzionale. In qualche modo. La sensazione è proprio questa: che dalla difficoltà, comunque, la squadra abbia trovato un sentiero, uno spunto. Anche stare insieme avrà inciso. Anche uno spirito diverso, e un atteggiamento differente da parte dei calciatori, ha portato alla più grande lezione finora imparata: la reazione agli imprevisti. Si vince e si perde, come stasera, tutto il resto però è la base necessaria. E finalmente ritrovata.