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Flop. Fino a questo momento è difficile togliere questa definizione da Leandro Paredes, almeno per quel che riguarda la sua avventura in bianconero. Contro ogni aspettativa, almeno in casa Juve. Anche perché del centrocampista argentino, alla Continassa, sapevano praticamente tutto. Seguito e corteggiato per anni, fin dai tempi dell'Empoli. Poi da quando è approdato al Paris Saint Germain, anno dopo anno, la Juve ci ha provato, facendo sempre sul serio. Andandosi però a scontrare contro una valutazione ritenuta sempre eccessiva, senza che si potesse trovare una quadra anche con quella dinamica degli scambi di volta in volta valutata e poi accantonata sull'asse Torino-Parigi.

CAMBIO DI PROGRAMMA - La scorsa estate invece no, tutto è andato al proprio posto: ha dovuto aspettare fino agli ultimi giorni di mercato, ma alla fine una quadra tra Juve e Psg è stata individuata. Formula ideale per il club bianconero e tutto sommato in grado di fornire garanzie adeguate al Psg: prestito con obbligo di riscatto condizionato in caso di ottavi di Champions. La debacle nel girone poi ha fatto saltare i piani, rimettendo il futuro di Paredes in forte bilico. E guardando al livello delle prestazioni fornite fin qui, ora il riscatto appare un'opzione lontanissima a meno che non arrivi proprio da Parigi un'apertura a rivedere sensibilmente cifre e modalità dell'operazione: in ballo ancora più di 25 milioni tra parte fissa, bonus e oneri accessori. Troppi per questo Paredes, al di là del momento delicato che ora sta attraversando il club. Spetta quindi all'argentino convincere tutti di essere quel giocatore inseguito per anni e non quello fuori fase e fuori ritmo per troppo tempo. Quello campione del Mondo e non quello che Max Allegri utilizza col contagocce. Ma il futuro di Paredes non è l'unico in bilico, specialmente tra chi ha sfruttato la vetrina del Mondiale. Era una formazione intera da poter schierare secondo un 3-4-1-2 a trazione anteriore, ognuno con una storia diversa. 

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