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Non possono restare anonime nella gallery di uno smartphone. Le immagini dell’Emirates meritano il passaggio dal digitale all’analogico, per diventare foto da incorniciare, poster, cartoline firmate da mandare a parenti e amici. Che serata è stata per i tanti giovani – di Next Gen e Under 19 -, impiegati da Massimiliano Allegri nel test amichevole contro l’Arsenal!
 
C’è chi ha brillato, come Riccio e Barbieri, chi ha faticato di più ma ne è comunque uscito bene, come Barrenechea, chi in poco tempo ha messo in mostra le proprie qualità, come Nonge Boende e chi ha collezionato una manciata di minuti come Zuelli e Cerri. C’è, poi, chi ha vissuto l’esperienza dalla panchina, come Vinarcik, Huijsen, Mbangula, Rouhi e Besaggio. Di certo, la notizia di ieri – oltre alla vittoria che fa morale -, è la vetrina conquistata dai tanti giovani, che dà lustro al lavoro di anni di tutti gli addetti ai lavori del settore giovanile della Juventus.
 
Giocare all’Emirates Stadium contro l’Arsenal, però, è fin troppo semplice. È una forzatura, ce ne rendiamo conto, ma proviamo a spiegare. È l’occasione di una vita, una serata da incorniciare come dicevamo, servono personalità e una buona dose di incoscienza per non uscirne con le ossa rotte. Ma c’è adrenalina, c’è uno stato mentale che raggiunge livelli di concentrazione maggiori, ci sono i grandi a dare manforte, come spiegato anche da Locatelli nel post partita. Il difficile non è l’Emirates, non è l’Arsenal.
 
Il difficile arriva adesso, per i ragazzi di ritorno da Londra. Arriva con il rientro a Vinovo, nel centro sportivo dove Next Gen e Under 19 si allenano. Arriva con la prossima trasferta della squadra di Brambilla a Trento. Arriva nel dimostrare che Serie C o campionato Primavera, non si patisce lo sbalzo di categoria, che la concentrazione non si allenta, che non ci si sente in qualche modo arrivati. Le qualità ci sono, le abbiamo viste tutti; ma a fare la differenza è la testa. In ogni caso, le premesse sono ottime.