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Forse giovedì sera in Coppa Italia, con il turnover massiccio che Max Allegri sfrutterà dovendo poi giocare dopo meno di 72 ore in campionato con l'Atalanta, non ci sarà spazio già dal primo minuto per Angel Di Maria. Ma il fatto che all'Allianz Stadium arriverà il Monza non può che rappresentare un simbolico spartiacque per un bilancio della sua avventura in bianconero. Che ha visto El Fideo protagonista in negativo di uno dei tre punti più bassi di questa stagione: la sconfitta di Monza, in quel momento con un solo punto in campionato e reduce dalla staffetta Stroppa-Palladino, viziata da quel cartellino rosso a Di Maria per fallo di reazione su Armando Izzo che è diventato il simbolo di quel giorno nero. Poi sorpassato dal tracollo di Haifa, quello commentato con il termine “vergogna” pure da Andrea Agnelli, che ha visto Di Maria uscire per infortunio quando la Juve era già sotto. E sempre El Fideo c'era anche venerdì scorso contro a Napoli, rappresentando questa volta l'unico giocatore realmente in grado di tenere botta mentre la Juve colava a picco, reagendo quasi solo contro tutti ben al di là del gol segnato o della traversa colpita. Da Monza al Monza c'è stato anche tempo e modo di gestire non senza polemiche i problemi fisici che lo hanno rallentato fino al Mondiale, concluso però con una prova da fuoriclasse nella finale vinta ai rigori contro la Francia. E la Juve? La Juve è ora, forse per la prima volta, al centro dei suoi pensieri almeno per un po'. La sua decisione, infatti, è arrivata e salvo colpi di scena non cambierà: il futuro può attendere, fino al termine della stagione proverà a lasciare il segno anche in bianconero, lasciando da parte tentazioni di mercato ma anche eventuali dialoghi legati al rinnovo di contratto. L'obiettivo unico a questo punto è quello di restare in condizione per poter aiutare la Juve a tagliare i propri traguardi, valutando con calma le opzioni sul tavolo per un futuro che spinge.

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