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Sembrava un assalto bello e buono, programmato da settimane e poi reso necessario dalle turbolenze post Empoli. Sembrava una storia chiara e per questo lineare: Miralem Pjanic di ritorno a Torino, scelto e voluto dal tecnico con cui si è espresso meglio - Allegri - e agognato dalla società che un anno prima l'aveva sacrificato sull'altare dei conti, portando allo Stadium quell'Arthur che s'è visto solo a sprazzi. E invece? Invece si sono messi di traverso ancora i conti: senza l'effetto del decreto crescita (scatta dopo due anni dall'addio all'Italia), Pjanic non torna. Non senza un'uscita. 

IL NOME - Anche per questo la Juve ha cercato di intensificare i rapporti con il Tottenham, perché McKennie è rimasto per tutto il tempo in uscita nonostante le parole e la fiducia di Allegri. Anche per questo si parla di Kulusevski e della possibilità che saluti, magari in prestito. E' questo che ha bloccato il ritorno di Miralem, e a poco sono serviti gli ultimi incontri in giornata con l'agente, Fali Ramadani.